Nuove azioni di protesta messe in campo dal Comitato di cittadini per l'ospedale Delogu bene comune.

La visione è sempre pessimista: quella "di una sanità malata del territorio oristanese". E ora propongono uno sciopero istituzionale, chiamando a raccolta tutti i primi cittadini della Sardegna. L'obiettivo è quello di avere le vecchie provincie.

"Il presidente della Giunta regionale ha fissato per il prossimo aprile le elezioni di secondo grado per il rinnovo delle cariche negli attuali ambiti provinciali: proponiamo a tutti i sindaci della Sardegna di astenersi dal voto aderendo ad uno sciopero 'istituzionale' collettivo, finalizzato a motivare e a spingere il prossimo Consiglio regionale ad approvare in tempi rapidi una legge che ripristini il ruolo e le funzioni delle Province che il voto popolare del referendum del 4 dicembre 2016 ha inteso salvaguardare nel contesto della nostra Carta Costituzionale", sottolineano i rappresentanti del comitato Raffaele Manca, Livio Deligia ed Immacolata Boeddu.

"Il Delogu di Ghilarza, il Mastino di Bosa e il San Martino di Oristano - osservano - hanno subito l'amputazione di molti servizi. Hanno gravissime carenze di personale che in ogni pur protetto ospedale privato porterebbero inevitabilmente alla sospensione di accreditamenti ufficiali non più interfacciati dalle presenze specialistiche obbligatorie e vincolanti, richieste a garanzia della regolarità delle prestazioni sanitarie". Il comitato evidenzia anche che l'approvazione dei bilanci e dei documenti di programmazione della sanità sarda per il triennio 2019/2021 è stata raggiunta "conteggiando, uno dopo l'altro, i ripetuti e inascoltati pareri negativi delle Conferenze sanitarie territoriali".

Sottolineano poi che l'iniziativa proposta tempo addietro per unire la battaglia per Ghilarza a quella di Bosa e Oristano è rimasta inascoltata. "Anche per tale presa d'atto, appesantita dalla lettura quotidiana della protesta dei sindaci della Gallura e dell'Ogliastra per la gravissima situazione della sanità nei rispettivi territori, della impotenza dei sindaci del Mandrolisai davanti al preteso dimensionamento degli istituti scolastici, della conturbante lontananza di alcuni sindaci del Guilcier e del Barigadu dal tavolo della nostra vertenza, delle precarie condizioni della viabilità di collegamento e dell'ambiente in ogni parte dell'Isola, ripetutamente segnalate anche dal Presidente dell'Anci Sardegna, ci appare ogni giorno più grave e penalizzante l'assenza di adeguati ambiti territoriali di rappresentanza e di governo che, in termini di reale e diffusa partecipazione, possano articolare una propria programmazione e raccogliere in loco istanze, proteste, proposte e progetti, coordinandoli e riportandoli al superiore livello regionale", affermano i rappresentanti del Comitato.

E spiegano: "Con l'accentuarsi della visione "cortilizia" di molte Unioni di Comuni, soprattutto nell'ultimo periodo, abbiamo toccato con mano la totale inadeguatezza dell'attuale forma-provincia e ci siamo ormai convinti, anche noi, del bisogno e dell'urgenza di tornare al vecchio modello, con Consigli eletti in forma diretta e abilitati pienamente a rappresentare in termini complessivi tutti gli ambiti tematici di riferimento".
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