La Procura di Lanusei ha deciso di aprire un'inchiesta sul caso del 65enne di Seui positivo al Covid e morto ieri sera durante i soccorsi a seguito di un aggravamento delle sue condizioni.

Stando a quanto si apprende Carlo Lobina, emigrato in Germania dove viveva con la moglie e i figli, era rientrato in Sardegna a luglio per restare qualche mese con l'anziana madre. Ed è qui che avrebbe contratto il virus.

"Da qualche giorno era in quarantena nella sua abitazione di Seui, dopo essere entrato in contatto con un positivo ed essere risultato a sua volta positivo al tampone - spiega l'avvocato della famiglia, Marcello Caddori -. Le sue condizioni si sono aggravate ieri pomeriggio, quando intorno alle 17 è stato visitato da una equipe medica che ha riscontrato una insufficienza respiratoria gravissima".

Si è quindi deciso per il ricovero al Santissima Trinità di Cagliari. Ma le cose si sono ulteriormente complicate, sostiene ancora l'avvocato: "L'ambulanza è arrivata da Nuoro solo alle 21. Nelle vie strette del paese, poi, non si è riusciti ad avvicinare il mezzo all'abitazione del paziente e gli è stato chiesto di raggiungere l'ambulanza".

A quel punto Lobina, ricostruisce ancora il legale, "è uscito di casa con la valigia, ha percorso 200 metri in una salita ripidissima e all'arrivo sulla cima è stramazzato al suolo rimanendo lì per circa 20 minuti, senza che nessuno si accorgesse di niente. Sull'ambulanza non c'era il defibrillatore e si è proceduto con massaggio cardiaco, senza successo purtroppo".

(Unioneonline/D)
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