La bomba è esplosa poco prima delle nove del mattino, all'ora dell'apertura degli uffici comunali, con un lungo post su Facebook della dirigente comunale Gabriella Palermo. «Ho subito una violenza sessuale da parte del sindaco Settimo Nizzi», l'inequivocabile incipit. L'ingegnera parla di un contatto indesiderato: «Ho messo subito al corrente solo i miei familiari e qualche amico fidatissimo. Non ho taciuto però con l'Autorità nella quale tutti confidiamo per avere giustizia su questa terra e in aggiunta a quattro denunce per mobbing presentate precedentemente, ho denunciato il signor sindaco Settimo Nizzi al procuratore della Repubblica anche per la violenza sessuale subita, tramite una pec del 20 aprile 2020».

«Io, minacciato»

Settimo Nizzi, ieri mattina, era nel suo ambulatorio, proprio davanti al Comune, quando dalla segreteria gli hanno segnalato il post della dirigente. È andato dritto dai carabinieri e ha presentato una querela per diffamazione. Anche per lui non è la prima. La guerra a colpi di denunce va avanti dall'inizio dell'anno. In serata, teso e scuro in volto come non mai, ha raccontato ai giornalisti la sua versione dei fatti. «Mai avrei pensato di essere accusato di un crimine così efferato», ha esordito il sindaco: «Subito dopo l'apertura di un procedimento sono iniziate sia le esternazioni che le minacce nei miei confronti e i tentativi di corruzione perché mi si chiedeva un atto illegittimo, ossia bloccare una procedura amministrativa».

«Sono stata espulsa»

La dirigente, che era alla guida del settore sport, spettacoli e cultura, è stata sospesa dal suo incarico per sei mesi dopo una serie di rilievi che le sono stati mossi dalla commissione disciplinare. Tra queste, anche alcune delle chiusure di impianti sportivi che l'hanno messa in rotta di collisione con l'amministrazione. «A quattro mesi di distanza dalla mia denuncia, giusto giusto il tempo prescritto dai regolamenti per poterlo fare, - scrive Gabriella Palermo - l'apparato burocratico del Comune mi ha espulso per sei mesi. Un caso? Non lo so. So che è passato più di un mese e in questo mese ho riflettuto e considerato che è giusto che io racconti quello che mi è successo».

I messaggi

Il sindaco racconta un'altra storia. «Ho ricevuto messaggi del tipo metti a cuccia chi sai tu, altrimenti mi preparo alla guerra. Un'altra volta ha fatto riferimento a uno sculaccione non richiesto, e ho informato i carabinieri. L'ho ricevuta da solo un'unica volta e l'ho invitata a cercare di essere più collaborativa nei confronti dei colleghi».

Le vecchie ruggini

La stessa Gabriella Palermo nel suo post fa riferimento ad «altri trascorsi burrascosi». La dirigente fu licenziata nel 2002, in una precedente amministrazione guidata da Nizzi, e reintegrata dopo una causa di lavoro che è costata al Comune quasi 900 mila euro. «Anche in quel caso non sono stato io a licenziare nessuno», osserva il sindaco: «Sono procedimenti di tipo amministrativo».

«Delitto inqualificabile»

«La violenza fisica e sessuale è una delle più esecrabili chiunque la compia e su chiunque venga compiuta», scrive l'ingegnera: «Ma quando a farla è un uomo pubblico, un sindaco, allora il delitto è inqualificabile». E su questo anche Nizzi è d'accordo. «Ho piena fiducia nella magistratura che, sono certo, farà chiarezza. Giuro sul mio onore e sui miei figli di non essermi mai macchiato di un atto esecrabile come questo. La violenza sessuale è uno dei crimini peggiori che un uomo possa compiere e c'è chi getta fango in questo modo quando non ci sono altre armi per infangare un uomo».

Caterina De Roberto

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LE PAROLE DI NIZZI:

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