Ha una trentina d'anni e proviene da un paese dell'Africa subsahariana, è uno dei tanti ragazzi passati da un centro di accoglienza e arrivati a Olbia. Forse non sa che il suo nome è nel capo d'imputazione di un fascicolo che non ha tantissimi precedenti in Italia. Un fascicolo che ipotizza il reato di minacce con l'aggravante dell'odio razziale. La singolarità sta nel fatto che l'aggravante dell'atteggiamento razzista viene contestata al giovane, mentre la parte lesa è un italiano. Anzi, un'italiana, una donna olbiese, che risulta essere la vittima della condotta del ragazzo. È veramente difficile trovare una denuncia di questo tipo, generalmente, le parti sono invertite. L'aggravante è stata applicata dai pm della Procura di Tempio, per una frase che il giovane africano avrebbe detto alla donna: «A voi donne bianche vi piace il c... dei neri. Siete brave solo ad aprire le gambe quando vedete i neri» e poi ancora: «Adesso vado a casa, prendo un bastone e te lo rompo in testa».

Parti ribaltate

L'episodio è stato classificato come una minaccia, aggravata dalle parole rivolte alla presunta vittima. L'interpretazione dei magistrati è chiara: la condotta è ancora più grave, perché è basata su atteggiamento di odio «fondato sulla razza, religione o origine etnica». Ovviamente, le presunte minacce indicate nel capo d'imputazione hanno anche un contenuto sessista e la Procura di Tempio, per evidenziare questo ulteriore tratto della condotta del giovane, non ha fatto altro che riportare con precisione tutte le sue parole.

La storia

I fatti descritti nel fascicolo del pm Luciano Tarditi sono avvenuti qualche settimana fa nella città gallurese. Stando alle informazioni raccolte dai carabinieri, il protagonista della storia di razzismo a ruoli invertiti si trovava nei pressi di un negozio, quando ha rivolto la parola a una donna che passava nella strada. È probabile che il giovane abbia chiesto dei soldi e poi abbia anche insistito. Ne è nato un battibecco e sono volate parole pesanti. La donna ha reagito ai primi insulti e poi si è arrivati alla minaccia vera e propria. A quel punto sono intervenute le forze dell'ordine e il ragazzo è stato identificato. La presunta vittima ha fornito una descrizione precisa dei fatti, ai quali avrebbero assistito alcuni testimoni. Dopo la formulazione del capo d'imputazione, il giovane sarà sottoposto a un procedimento penale, ammesso che sia reperibile e che si trovi ancora in Sardegna. La contestazione mossa dalla Procura gallurese è chiara: la donna minacciata, è stata insultata pesantemente e con epiteti sessisti, in quanto donna e in quanto donna italiana e occidentale. In questi casi, la pena può essere aumentata da un terzo alla metà, rispetto a quella prevista dal reato contestato.

Città multietnica

Olbia è una città con tantissimi stranieri e le storie dell'integrazione, della convivenza (e qualche volta delle tensioni) spesso sono spiazzanti. Come l'episodio avvenuto nell'ottobre dell'anno scorso. Un giovane nigeriano litiga con una automobilista olbiese, alla quale aveva chiesto del denaro con insistenza. Viene rimproverato e malmenato dal marito della donna, un senegalese. Per calmare gli animi dovettero intervenire in pieno centro Polizia e carabinieri.

Andrea Busia

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