Dopo il costante miglioramento dei dati sull'epidemia di Covid, la Sardegna, prima regione italiana, passa in zona bianca.

La decisione è stata ratificata dal ministero della Salute, alla luce dei numeri positivi dell'ultimo monitoraggio diffuso dalla cabina di regia dell'Istituto superiore della Sanità.

Si attende dunque l'ordinanza del governatore Christian Solinas, che dovrebbe prevedere riaperture graduali e controllate, e comunque concordate costantemente con il Ministero e il comitato tecnico scientifico.

Nelle zone bianche è consentita la libertà di spostamento ed è prevista la riapertura di bar e ristoranti, anche alla sera, piscine, palestre, luoghi di cultura e cinema e teatri.

Restano invece le disposizioni sull'uso obbligatorio della mascherina e il distanziamento nei luoghi pubblici al chiuso e all'aperto.

Secondo Coldiretti sono 12mila le attività dell'Isola pronte a ripartire. Si tratta di bar, ristoranti, pizzerie e agriturismi che grazie al passaggio in zona bianca potranno rimanere aperti la sera, visto che non sarà previsto il coprifuoco dalle 22 alle 5 e permesso il servizio al tavolo e al bancone anche dopo le 18.

Una riapertura che vale - secondo le stime - l'80% del fatturato delle attività messe in crisi dal Covid e che sarà dunque una boccata d'ossigeno anche dal punto di vista economico.

Intanto, mentre i nuovi contagi restano sotto quota 100 e mentre calano i ricoveri (I dati) e mentre si attende di capire se Regione e Governo troveranno anche un accordo sull'ipotesi di certificato vaccinale per chi decide di sbarcare in Sardegna, il passaggio in zona bianca ha suscitato i primi commenti politici. Come quello della Lega, per voce del coordinatore Eugenio Zoffili e del consigliere regionale Dario Giagoni.

"Sono stati mesi durissimi per il presidente Solinas e l'assessore alla Sanità Nieddu, sottoposti al fuoco incrociato di chi tifava contro contro la Sardegna. Ma, si sa, il tempo è galantuomo e oggi finalmente possiamo raccogliere i frutti del grande lavoro svolto dalla Giunta Regionale", ha detto il primo in una nota.

Giagoni, invece, ha sottolineato "l'immenso senso di responsabilità dimostrato dai cittadini sardi, che in mezzo a mille difficoltà hanno reagito nel migliore dei modi rispettando le regole e agendo per il bene della collettività".

In casa Pd, la consigliera regionale Rossella Pinna commenta: "Dopo mesi di grande preoccupazione e di enormi sacrifici, finalmente il Covid in Sardegna rallenta la sua corsa, il contagio sta lentamente calando, la pressione sugli ospedali è meno intensa, aumenta il numero dei guariti. Tutti elementi che rafforzano le speranze di poter superare questo annus horribilis. E se ci sono chiari i segnali che ci dicono che i Sardi sono stati attenti e disciplinati, che hanno rispettato le regole imposte dalla pandemia, il bollettino quotidiano dei contagi però ci dice che non è ancora il momento di sentirsi fuori pericolo".

"Noi facciamo il tifo per la Sardegna - aggiunge Pinna - e non ci dimentichiamo però gli eccessi ottimistici di agosto che ci hanno portato mille morti e il blocco di tutte le attività. Per questo chiediamo al governo regionale di svuotare immediatamente i depositi dei vaccini che da diverse settimane sono pronti per essere somministrati. Come dicono autorevoli esperti in lotta ogni giorno contro il virus: non basta essere la prima regione in zona bianca se poi siamo i penultimi in Italia nelle vaccinazioni. Solo un piano di vaccinazione puntuale, con regole chiare e rispettate rigorosamente, può permetterci di tornare alla normalità, far ripartire le imprese e pensare a mettere in sicurezza la prossima stagione turistica",

(Unioneonline/l.f.)
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