La Sardegna ha una "potenza di fuoco" notevole - a livello di centri e ambulatori predisposti - per somministrare le dosi di vaccino anti-coronavirus; il "problema vero" è che lo Stato italiano deve riuscire a garantirne l'approvvigionamento.

Lo ha detto il governatore della Sardegna Christian Solinas, ospite a Monitor, lo speciale di Videolina dedicato al punto della situazione sull'epidemia di Covid in Sardegna.

Intervistato dal direttore Emanuele Dessì, il presidente della giunta sarda ha spiegato che le classifiche che vedono l'Isola indietro sono "poco affidabili". Solinas snocciola i numeri: "Nella prima fase avevamo stimato un fabbisogno di 225mila dosi, ne abbiamo ricevute 7.700 di Pfizer e 9.000 di Astrazeneca, che tra l'altro possono essere somministrate solo a una determinata fascia della popolazione". Dunque per Solinas il tema vero, al di là delle graduatorie, è quello dello Stato centrale che "deve essere in grado di rifornire" adeguatamente le regioni.

Solinas ha anche parlato del certificato vaccinale o passaporto sanitario che dir si voglia, tema ritornato in auge in questi giorni. La speranza del governatore è che riguardo alla proposta ci sia una "maggiore condivisione" da parte del nuovo governo Draghi rispetto al governo Conte II, che aveva impugnato l'ordinanza della Sardegna, facendola annullare dal Tar.

Non così in Sicilia, dove invece è in vigore proprio la richiesta di certificato di negatività, una discrepanza che Solinas definisce "intollerabile" e testimonianza della "considerazione che aveva il precedente governo della Sardegna". Ad ogni modo, il governatore ha spiegato di avere già pronta "un'altra ordinanza", con l'auspicio che l'esecutivo Draghi possa presto dare risposte favorevoli in merito "a tutela del popolo sardo".

Il governatore ha poi fatto il bilancio della campagna regionale di screening "Sardi e Sicuri". "Nelle prime tre tappe abbiamo fatto 150mila test in 103 Comuni, registrando una grande partecipazione sia dei cittadini che delle amministrazioni, che ringrazio", ha detto il numero uno di Villa Devoto. Che ha anche annunciato che si sta già lavorando per organizzare il prossimo step del monitoraggio, che potrebbe toccare, dopo Ogliastra, Nuorese e Medio Campidano, i centri del Sud Sardegna.

Poi la chiosa, in risposta alla domanda: "Ne usciremo?".

"Credo che il popolo sardo abbia dimostrato tenacia e disciplina. Tenendo duro e mettendo in campo le iniziative e le cure che il mondo scientifico sta suggerendo, credo che riusciremo a uscire dalla pandemia sanitaria. Per uscire invece dalla 'pandemia' economica abbiamo invece bisogno che lo Stato e l'Ue collaborino coi territori in maniera più leale".

(Unioneonline/l.f.)
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