La Corte d'Assise d'Appello di Cagliari ha fissato per lunedì prossimo, 1 febbraio, le repliche e la sentenza del processo di secondo grado per l'omicidio di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer (Nuoro) ucciso sulle sponde del lago Omodeo l'11 settembre 2018 e ritrovato un mese dopo sepolto in un terreno a Ghilarza (Oristano).

Dopo l'accusa e le parti civili che hanno chiesto la conferma dell'ergastolo per Christian Fodde e delle condanne a 30 anni per Riccardo Carta e a 16 anni e 8 mesi per Matteo Satta, oggi è stata la volta dei difensori dei tre imputati maggiorenni, tutti 20enni di Ghilarza.

Fodde e Satta hanno rilasciato dichiarazioni spontanee. Il primo - fidanzato all'epoca dei fatti con la ragazza minorenne condannata in via definitiva a 16 anni - è ritenuto l'esecutore materiale e ideatore della trappola assieme alla fidanzatina, che aveva acquistato dalla vittima della droga senza pagarla.

Fodde ha chiesto perdono per il suo gesto, negando che ci fosse stato un piano premeditato per uccidere Manuel.

Poi è toccato alle lunghe arringhe dei difensori Aurelio Schintu, Angelo Merlini e Antonello Spada. Il legale di Fodde ha negato l'aggravante della crudeltà, sollecitando una riduzione della pena rispetto all'ergastolo inflitto in abbreviato dal Gup di Oristano. Il difensore di Satta, invece, ha negato che il suo assistito sapesse del piano della banda, mentre quello di Carta ha ribadito che nemmeno conosceva la vittima e che è intervenuto solo dopo l'omicidio.

In silenzio Fabiana Balardi, mamma di Manuel Careddu e parte civile.

(Unioneonline/L)
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