La nomina a direttori generali di Antonio Belloi e Silvia Curto (protezione civile e direzione generale della presidenza della Regione) costa l'accusa di abuso d'ufficio al governatore Christian Solinas, al suo capo di gabinetto Maria Grazia Vivarelli e all'assessore agli Affari generali Valeria Satta. Satta è accusata anche di tentata concussione, Vivarelli di induzione indebita.

È il contenuto dell'atto di chiusura delle indagini notificato ai diretti interessati dagli uomini della Guardia di finanza di Cagliari. Al centro delle contestazioni della procuratrice Maria Alessandra Pelagatti e del sostituto Andrea Vacca ci sono le procedure di nomina (i due dirigenti, gli unici esterni alla Regione sui 23 incaricati nel giugno 2019, non avrebbero i requisiti necessari a ricoprire il ruolo) e le presunte pressioni dell'assessore e del capo di gabinetto su chi doveva firmare il parere di legittimità degli incarichi e invece aveva sollevato riserve sulla presenza dei titoli (per poi lasciare la Regione e andare a Roma).

Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, Solinas sapeva che i due nuovi dg non avevano i requisiti previsti dalla normativa (che prevede anche laurea, adeguata competenza e aver svolto per cinque anni funzioni dirigenziali in organismi pubblici e privati o in aziende). La loro esperienza era stata già messa in dubbio al momento della nomina dalla direttrice generale dell'Organizzazione del personale. Lo stesso direttore generale del Personale, che doveva controfirmare, si era detto "perplesso" ma alla fine aveva siglato il parere di legittimità perché rassicurato da Vivarelli, la quale secondo gli inquirenti aveva "abusato del suo ruolo di capo di gabinetto e magistrato del Tar".

Satta, ritenuta dai pm consapevole della "mancanza dei requisiti di legge" dei due dg, lo scorso giugno ha chiesto al direttore generale del Personale la controfirma sul parere di legittimità alla proroga degli incarichi ottenendo però in quel caso un diniego. Avrebbe cercato di far cambiare idea al dirigente ventilando la sua mancata conferma nel ruolo, senza successo. Satta secondo le accuse ha firmato comunque la proroga modificando il decreto nel passaggio sul parere di legittimità richiamando il via libera del dg del Personale arrivato l'anno precedente.

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