In Sardegna il virus sta rallentando e in questa seconda ondata il picco potrebbe presto essere alle spalle: l'Isola è infatti tra le regioni d'Italia in cui l'espansione del contagio sembra più sotto controllo.

Ma non bisogna certo abbassare la guardia: ieri si sono registrati 375 nuovi casi (in calo rispetto ai 405 di giovedì) e nove vittime (sei uomini e tre donne di età compresa tra i 66 e i 96 anni) e i reparti di terapia intensiva sono ancora al limite della capienza.

Certo i dati sono confortanti: la Sardegna mantiene il primato di regione dall'indice di contagiosità Rt più basso d'Italia, sceso ulteriormente da 0,78 a quota 0,71. Nessuno in Italia può vantare numeri così incoraggianti, anche se segnali di miglioramento sono arrivati da tutto il Paese, anche dalle zone più in crisi.

Buone notizie arrivano anche dalle corsie dei reparti Covid: sono diminuiti infatti sia i pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere non intensive, passati da 535 a 528, sia quelli più gravi ospitati nei reparti di terapia intensiva, ora 71, due in meno del giorno prima.

L'assessore regionale della Sanità Mario Nieddu non nasconde la soddisfazione per il quadro complessivo, ma non grida certo alla vittoria: "Sarebbe un errore abbassare la guardia in questo momento così delicato - dice -, siamo sempre più vicini al superamento dell'emergenza, ma le strutture ospedaliere sono ancora sotto pressione e pensare di essere fuori dal tunnel si rivelerebbe un imperdonabile passo falso, anche in vista di una eventuale terza ondata che andrebbe a sovrapporsi con il picco stagionale delle normali influenze. Ecco perché, invece, è arrivata l'ora di alzare ancora di più la tensione, perché sappiamo bene che anche un lieve allentamento dell'attenzione vanificherebbe i tanti sacrifici fatti fino a ora dai sardi".

(Unioneonline)

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