Per mesi hanno rispettato i protocolli anti Covid in maniera rigida, trasformando le loro palestre in luoghi sicuri in cui praticare sport, ma dopo le ultime decisioni del Governo saranno costretti a chiudere le loro attività.

I gestori delle palestre di tutta la Sardegna non ci stanno e, dopo il giro di vite previsto nel nuovo Dpcm, sono pronti a protestare pacificamente mantenendo aperti i loro centri sportivi. Da nord a sud, i gestori sono pronti a seguire la strada della disobbedienza civile, come raccontano Giovanni Montis, proprietario di una palestra a Capoterra, e Salvatore Garau, a Olmedo e Sennori: "Vogliamo rivolgerci a un pubblico ampio e vasto come quello dello sport sardo, in questo momento più che mai sono necessari sentimenti di solidarietà e unione per manifestare tutti nostri diritti: non scenderemo in piazza, e non abbiamo alcuna intenzione di creare disordini, esterneremo il nostro dissenso semplicemente tenendo aperti i nostri centri sportivi".

Montis e Garau sottolineano inoltre come a nulla siano serviti gli sforzi compiuti in questi mesi dai gestori per garantire la sicurezza degli atleti di tutta l'Isola: "Pur avendo eseguito al 100% il rispetto delle normative vigenti in materia Covid-19, e avendo ricevuto ispezioni accurate e mirate da parte di Nas, Asl e organi competenti, i quali non hanno riscontrato nessun tipo di infrazione e irregolarità, veniamo ingiustamente penalizzati: a complimentarsi per lo zelo dimostrato dai proprietari delle palestre di recente è stato lo stesso ministro dello Sport Spadafora. Chiediamo al Governo di permetterci di continuare a lavorare in sicurezza: quest'ulteriore chiusura sarà prevedibilmente la fine di tante attività. Ci rivolgiamo a tutte le figure professionali e agli atleti che gravitano attorno al mondo delle palestre: non molliamo, e restiamo aperti".
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