"Tutti i servizi dell’Azienda hanno ricevuto i Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), in quantità proporzionata alla disponibilità delle scorte e alle forniture che giorno per giorno provenivano dalla Protezione Civile Regionale" e inoltre "nelle fasi iniziali dell’emergenza coronavirus, in carenza di scorte nei magazzini, si è reso doveroso e indispensabile definire dei criteri di priorità nella distribuzione a tutela dei reparti che trattano i pazienti positivi (quindi ad alto rischio ed alta priorità di distribuzione) per evitare che questi rimanessero privi di dispositivi".

Ats Sardegna risponde alle accuse che, nei giorni scorsi, sono arrivate dai presidenti degli Ordini dei Medici e da parte di alcuni sindacati sempre dei medici, che lamentavano lacune e criteri sbagliati di fornitura di mascherine e altri Dpi alle strutture sanitarie dell'Isola.

Ats precisa di aver seguito le norme delle autorità nazionali, sanitarie e governative.

"Appare dunque evidente che se gli Ordini Professionali o le OSS ritengono inadeguate le direttive Ministeriali, dell’Istituto Superiore di Sanità o le delibere Regionali possono e devono rivolgere a queste istituzioni le loro critiche", prosegue il comunicato Ats.

Ancora: "Tutte le strutture garantiscono agli operatori che ne avessero necessità (otorinolaringoiatri compresi), la disponibilità dei DPI. Infatti, a tutela degli operatori sanitari, è presente, in ogni struttura, un certo numero di Kit di DPI centralizzati che al bisogno possono essere resi immediatamente disponibili".

"Da oltre trenta giorni - prosegue Ats - in condizioni di emergenza e razionamento di risorse, una equipe multidisciplinare multiprofessionale composta da Medici, Farmacisti, Servizi Professioni Sanitarie, Ingegneri, Analisti, Logistici e Responsabili Servizi Prevenzione e Protezione lavora senza sosta, sabati e domeniche compresi, per garantire, in collaborazione con la Protezione Civile e l’Assessorato Regionale alla Sanità, la distribuzione a tutte le strutture ATS (oltre 500 strutture tra cui 20 ospedali) e ad oltre 1600 tra MMG, PLS e servizi di Guardie Mediche dei dispositivi di protezione e delle tecnologie sanitarie necessarie all’assistenza di tutti i pazienti ed in particolare di quelli Covid positivi o sospetti tali".

"A tutt’oggi - conclude la nota - i criteri di priorità della distribuzione vengono continuamente aggiornati in funzione della disponibilità e dell’evoluzione della curva epidemiologica. Pertanto si ritiene che le critiche siano ingenerose e prive di fondamento. Dispiace che in un momento di emergenza sanitaria, dove gli enti pubblici sarebbero tenuti ad agire secondo uno spirito di leale collaborazione, si cerchi artatamente di equivocare la realtà proferendo accuse per fatti inesistenti".

(Unioneonline/l.f.)
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