Nessuna protesta, ma tantissima preoccupazione e tensione nelle carceri sarde dopo le recenti rivolte dei detenuti in numerosi istituti di pena della Penisola.

I sindacati della polizia penitenziaria chiedono un intervento del ministero per bloccare i trasferimenti dei detenuti. "Esprimiamo forte preoccupazione - si legge in un documento firmato dai rappresentanti di dieci organizzazioni dei lavoratori - in quanto ancora oggi non sono state bloccate le traduzioni di detenuti a livello nazionale e comunque tutte le movimentazioni da e per gli istituti penitenziari. La presidenza del Consiglio dei Ministri ha adottato provvedimenti forti e chiaramente indirizzati al contenimento del Covid-19 a tutela della popolazione italiana del quale non deve essere esclusa quella parte di popolazione che per qualsiasi motivo vive nel sistema penitenziario. Necessitano dunque misure urgenti e forti affinchè venga immediatamente bloccate la movimentazione di detenuti in tutta Italia e non solo nelle cosiddette zone rosse".

L'amministrazione penitenziaria ha attivato in tutte le carcere e nelle case di lavoro all'aperto tutte le procedure previste dai protocolli ministeriali. Per ora niente visite, né colloqui dei detenuti con i loro parenti.

"La situazione è sotto controllo, ma siamo preoccupati per quanto sta accadendo nella Penisola", dice Maurizio Veneziano, provveditore regionale delll'amministrazione regionale penitenziaria. "Abbiamo predisposto tutti i controlli per chi entra negli istituti di pena - aggiunga - sia per le persone che vengono arrestate e portate in carcere che per i detenuti al rientro dopo un permesso".
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