È stata fissata per il 14 luglio l'udienza per il processo in Cassazione a Graziano Mesina, l'ex primula rossa del banditismo sardo, condannato a trent'anni in Appello a Cagliari per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

La quarta sezione della Suprema corte si dovrà esprimere sul ricorso presentato dai difensori di Mesina, Beatrice Goddi e Maria Luisa Venier, basato sui vizi di legittimità della sentenza d'appello.

Mesina, arrestato il 10 giugno 2013, è stato scarcerato il 7 giugno dell'anno scorso per decorrenza dei termini: le motivazioni della sentenza d'appello non erano state depositate nei sei anni previsti, facendo così cadere la misura cautelare.

Mesina è sottoposto all'obbligo di firma giornaliero, non può uscire dalla sua abitazione dalle 22 alle 6 del mattino. Ma a 77 anni è un uomo libero, gioia che aveva assaporato già nel 2004, quando Carlo Azeglio Ciampi gli concesse la grazia.

"Grazieneddu" è stato uno dei primi esponenti del banditismo sardo nel '900, rendendosi responsabile di numerosi crimini che gli erano costati l'ergastolo. Graziato da Ciampi, è tornato in carcere nel 2013 dopo le indagini della Dda, secondo cui Mesina operava al vertice di due associazioni a delinquere con basi a Cagliari e a Nuoro. Il 10 giugno di quell'anno il blitz che aveva portato in carcere, oltre a lui, altre 26 persone. L'associazione a delinquere era finalizzata al traffico di droga dall'Italia alla Sardegna, ma anche a estorsioni e altri gravi reati.

(Unioneonline/L)
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