È stata una tragica fatalità in una giornata che doveva essere solo di festa. L'ultima dedicata, per questa stagione venatoria, alla caccia grossa.

Per questo 15 amici hanno lasciato le loro abitazioni di buon mattino, raggiungendo la zona della miniera, nelle campagne di Sant'Andrea Frius. Si sono appostati in attesa del cinghiale.

Quando è comparso nella "rete", uno dei cacciatori ha sparato: secondo i primi accertamenti, il proiettile - diretto o rimbalzato su una roccia - ha colpito una coscia (parte posteriore) del cacciatore Giuseppe Santandrea, 33 anni fra qualche mese, padre di due bambini. Risultato: una copiosa emorragia per lo squarcio dell'arteria femorale.

Inutili sono stati gli interventi dei sanitari e l'arrivo dell'elisoccorso. Giuseppe Santandrea è morto sul luogo di caccia, fra la disperazione degli amici di battuta e poi dei familiari. Sul posto sono subito arrivati i carabinieri della stazione e del Nucleo operativo della Compagnia di Dolianova per un sopralluogo, per ricostruire l'accaduto e per avviare gli interrogatori.

Una operazione coordinata dal capitano Pasquale Pinnelli e dal luogotenente Vincenzo Antonicelli.

Nel tardo pomeriggio il propretario del fucile che ha sparato, un uomo di 62 anni di Sant'Andrea Frius, è stato a lungo interrogato in caserma dallo stesso capitano Pinnelli e dai suoi collaboratori.

È stato poi denunciato a piede libero con l'accusa di omicidio colposo. Si tratta di un atto dovuto, specificano gli inquirenti.

In serata, distrutto per l'accaduto, l'uomo, è tornato a casa. La salma è stata invece trasportata all'Istituto di medicina legale dove nelle prossime ore il medico legale Roberto Demontis effettuerà la perizia necroscopica che dovrebbe contribuire a chiarire l'accaduto in tutti i particolari.

A tarda sera, il capitano Pinnelli ha girato un primo rapporto girato al magistrato inquirente. Grande il cordoglio per l'accaduto a Sant'Andrea Frius dove la giovane vittima era conosciutissima e stimata. Una tragedia per tutti.
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