C’erano anche numerosi professionisti della cosiddetta Cagliari-bene tra i clienti abituali di un circolo privato di Pirri diventato punto di riferimento per lo spaccio degli stupefacenti nel Cagliaritano.

Lo hanno accertato i carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale guidati dal tenente colonnello Michele Lastella che alle prime luci dell’alba hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, un obbligo di dimora e denunciato sei persone.

L’indagine, in effetti, era cominciata nel 2018. Sei mesi dopo i militari erano riusciti a smantellare un vero e proprio sodalizio criminale grazie a numerosi servizi di osservazione, controlli sui movimenti dei sospettati, intercettazioni telefoniche.

Individuati i componenti dell’organizzazione che facevano capo a un cagliaritano di 29 anni, Mirko Locci. Era lui, secondo i militari, il vertice che si serviva principalmente di un ventisettenne, Diego Toro (ora agli arresti domiciliari), e di un 38enne, Alessio Pistis, ex titolare del circolo privato di Pirri. Entrambi, stando alle indagini dei carabinieri, svolgevano il ruolo di intermediari con altri spacciatori cagliaritani e quello di custodi della droga.

Locci e Pistis erano stati arrestati per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Insieme a loro anche un “collaboratore”, anche lui finito nei guai lo scorso anno.

Individuati i due depositi della droga. Uno a Cagliari, in un garage di via della Pineta, dove gli investigatori hanno recuperato 35 chili di hascisc e l’altro in una serra di Elmas, dove era stata allestita una piantagione con 152 piante di canapa indica. Sequestrati anche 7 chili già essicati di marjiuana e 14mila euro di banconote false.

Un “lavoro” che fruttava parecchi soldi visto che Locci e Toro si potevano permettere una vita piuttosto lussuosa, con molti viaggi e tanti weekend in Costa Smeralda e altre località turistiche.

Il “Number One” di via Santa Maria Chiara, a Pirri, attrezzato con doppia porta d’ingresso e un sistema di telecamere per scongiurare visite indesiderate, era stato chiuso e riaperto più volte. Dietro il bancone del bar-caffetteria, i clienti potevano acquistare gli stupefacenti coltivati, per esempio, a Elmas. È qui che Diego Toro svolgeva la sua professione di esperto giardiniere.

Andrea Piras

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