Più incidenti stradali e più croci in Sardegna, in netta controtendenza rispetto a quanto avviene nell'intero Stivale.

Una questione molto sentita nell'Isola quella delle vittime della strada, e gli ultimi dati dell'Istat arrivano a confermare che un problema effettivamente c'è. Perlomeno un'anomalia rispetto ai numeri del resto d'Italia.

Nel 2018 nella nostra regione si sono verificati 3.461 incidenti, con 105 morti (praticamente uno ogni tre giorni) e 5.046 feriti. Numeri in aumento rispetto al 2017, quando gli incidenti erano 3.425, i morti 90 e i feriti sostanzialmente stabili, 5.045. E nei primi sei mesi del 2019 già si registrano più di 50 vittime.

Negli stessi anni in Italia c'è stata una diminuzione degli incidenti (da 174.933 a 172.533), dei feriti (da 246.750 a 242.919) e delle vittime (da 3.378 a 3.334).

Se si considerano gli ultimi anni (quelli dal 2010 al 2018) i dati sembrano più confortanti, ma in realtà non lo sono se confrontati a quelli del resto d'Italia. Se nel Belpaese i morti sulle strade dal 2010 sono diminuiti del 19%, nell'Isola il calo è molto più contenuto e non raggiunge neanche l'un per cento (-0,9%).

In molti danno la colpa alle strade, e sicuramente è un aspetto da non sottovalutare (nell'Isola mancano le autostrade, dove gli incidenti si verificano sempre più di rado), ma sono gli errati comportamenti alla guida la principale causa.

Tre in particolare, che da soli causano un terzo degli incidenti in Sardegna: mancato rispetto della distanza di sicurezza, guida distratta e velocità troppo elevata, magari incentivata dall'uso di droghe e alcol.

Schianto serale a una rotonda di Oristano (archivio L'Unione Sarda)
Schianto serale a una rotonda di Oristano (archivio L'Unione Sarda)
Schianto serale a una rotonda di Oristano (archivio L'Unione Sarda)

TASSO DI MORTALITÀ - Aumenta anche questo tra il 2017 e il 2018. Si passa da 2,6 a 3 morti ogni cento incidenti. Il tasso nazionale è invece rimasto sostanzialmente invariato, ed è molto più basso di quello dell'Isola (1,9).

Se si considerano i dati dell'ultimo decennio, inoltre, muoiono sempre più pedoni: nel 2010 i decessi dei pedoni nell'Isola rappresentavano il 10,4% del totale, nel 2018 la percentuale è quasi raddoppiata attestandosi al 20%.

A pagare più di tutti sono gli anziani, categoria debole. Il 47,6% dei pedoni investiti ha più di 65 anni, e nella stessa fascia d'età (65+) si registra il tasso di mortalità più elevato (7,7 per 100mila abitanti).

Un'auto ribaltata sulla provinciale 48 (archivio L'Unione Sarda)
Un'auto ribaltata sulla provinciale 48 (archivio L'Unione Sarda)
Un'auto ribaltata sulla provinciale 48 (archivio L'Unione Sarda)

LE STRADE PIÙ PERICOLOSE - La Statale 131 "Carlo Felice" nel 2018 ha il poco invidiabile record di vittime: ben 14 con 388 feriti, e un indice di mortalità pari a 5,5 decessi ogni cento incidenti. Tasso di mortalità che sale a quota 10 se si considera la Statale 130, 5 le vittime nel 2018. Pericolosa anche la Statale 196, strada con il più alto indice di mortalità (18,8). Infine, la 554, con 4 morti e tasso di mortalità pari a 10.

Il maggior numero di incidenti si è verificato su strade urbane (2.131, il 61,6% del totale), ma quelli più pericolosi - anche, ovviamente, per via della velocità - avvengono sulle extraurbane, dove l'indice di mortalità è di 6 decessi ogni cento incidenti (lungo le strade urbane si ferma a 1,9).

Gran parte degli incidenti, sia in città che fuori, si verifica su rettilineo, segnale che l'alta velocità è una delle principali cause da disinnescare.

MESI E ORE PIÙ A RISCHIO - Ovviamente il periodo primaverile ed estivo, in cui la gente si sposta di più. Tra maggio e settembre si contano 1.649 incidenti, il 47,6% del totale del 2018, con 51 vittime (48,6% del totale nell'anno).

Più incidenti, anche per il maggior traffico, tra le 8 e le 20 (74%), ma quelli che avvengono tra le 23 e l'una di notte sono infinitamente più pericolosi, con 6,5 morti ogni cento incidenti. Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 43,2% degli incidenti notturni, il 40% delle vittime e il 43,8% dei feriti.

Ulteriore segnale che l'alta velocità è una delle maggiori cause di morte sulle strade sarde.

Un incidente sulla Statale 126, all'altezza di Guspini (archivio L'Unione Sarda)
Un incidente sulla Statale 126, all'altezza di Guspini (archivio L'Unione Sarda)
Un incidente sulla Statale 126, all'altezza di Guspini (archivio L'Unione Sarda)

PROVINCIA PER PROVINCIA - Addentrandoci ulteriormente nell'analisi dei dati, possiamo vedere come la provincia di Sassari sia quella con il maggior numero di incidenti (1.356 nel 2018, con 31 morti e 2.031 feriti). Ma il Sud Sardegna spicca per numero di vittime: a fronte di 495 incidenti (poco più di un terzo rispetto a quelli del Sassarese) si contano ben 32 morti e 773 feriti. Tutti dati in netto aumento rispetto al 2017, così come in aumento sono i numeri nel Sassarese.

E anche nell'Oristanese, dove si contano 203 incidenti, 285 feriti e otto morti, contro i 5 del 2017. In provincia di Nuoro aumentano gli incidenti (377) e i feriti (557) ma diminuiscono i morti (12 rispetto ai 16 del 2017). Chiudiamo con la provincia di Cagliari: meno incidenti (1.030 contro i 1.157 del 2017) e meno feriti (1.400), ma più morti (22 contro i 17 dell'anno precedente).

I numeri dimostrano palesemente che è cresciuta la pericolosità, la mortalità degli incidenti sulle squadre sarde.

Un terribile frontale a Nulvi (archivio L'Unione Sarda)
Un terribile frontale a Nulvi (archivio L'Unione Sarda)
Un terribile frontale a Nulvi (archivio L'Unione Sarda)

I COSTI - I costi sociali degli incidenti quantificano gli oneri economici che gravano sulla cittadinanza per le conseguenze di un incidente stradale. Nel 2018 il costo in tutta Italia è pari ad oltre 17 miliardi di euro (283,1 pro capite), in Sardegna di quasi 409 milioni (247 euro pro capite).

Davide Lombardi

(Unioneonline)

L'INCONTRO CON LA POLIZIA STRADALE
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