Che fine ha fatto Cristian Farris? A quasi un mese dalla scomparsa del calzolaio di Orroli di cui si sono perse le tracce la sera del 21 ottobre, quando il suo furgone venne dato alle fiamme col telefonino all'interno, la domanda resta ancora senza risposte, mentre la preoccupazione per la sua sorte continua a tormentare i familiari e gli amici più stretti. Un'angoscia difficile da descrivere, che però loro malgrado conoscono molto bene genitori, coniugi e figli delle centinaia di sardi svaniti nel nulla nel recente e lontano passato e mai ritrovati.

Quanti sono? Tanti, tantissimi. Secondo l'ultimo report del Commissario straordinario del Governo Giuliana Perrotta, ex prefetto di Cagliari, dal 1974 al ?30 giugno? di quest'anno in Sardegna sono scomparse e ancora non rintracciate 905 persone: un piccolo paese di uomini e donne, giovani e anziani, perduti forse per sempre. In loro ricordo sono state erette lapidi e tombe bellissime ma vuote, perché i loro sepolcri sono altrove, in umidi anfratti di granito, dentro grotte buie e inaccessibili, sul fondo di forre nascoste tra i boschi, dove nessuno si china mai a posare un fiore o a recitare un rosario. Fantasmi che vagano in un limbo sospeso tra il mondo dei vivi e quello dei morti, senza trovare pace né riposo, i cui volti, dimenticati da tutti gli altri, sono ormai impressi solo nella memoria dei loro cari.

Samuele Carta (archivio L'Unione Sarda)
Samuele Carta (archivio L'Unione Sarda)
Samuele Carta (archivio L'Unione Sarda)

DUE CASI Esistenze interrotte all'improvviso come quella di Samuele Carta, 24 anni, operaio originario di Bitti, sposato e padre di due bimbi all'epoca di 3 e 5 anni, di cui non si sa più nulla dalla notte del 23 luglio 2008. L'ultima volta fu visto in un bar di La Caletta, frazione balneare di Siniscola, dove abitava da poco, in compagnia di due persone. Il portafogli con dentro i soldi e i documenti venne ritrovato nella sua casa di via San Nicolò, insieme alla fede matrimoniale. Nessuna traccia invece del suo telefonino, che continuò ad accendersi a intermittenza per alcuni giorni, agganciando diverse celle in Sardegna.

Enzo Chiappetti (archivio L'Unione Sarda)
Enzo Chiappetti (archivio L'Unione Sarda)
Enzo Chiappetti (archivio L'Unione Sarda)

Le indagini sulla sua scomparsa non hanno mai portato a nulla. Così come non è stato mai risolto il giallo sulla sorte di Enzo Chiappetti, tecnico informatico di Nuoro, scomparso a 43 anni mentre era in vacanza con la moglie e i due figli a Santa Lucia, altra frazione marina di Siniscola. Di lui non si sa più niente dalla ?mattina del 13 luglio? del 2009, quando la sua auto, una Peugeot 206, viene trovata nei pressi della zona industriale, parcheggiata e chiusa a chiave. Due enigmatiche sparizioni nel giro di appena 12 mesi nella stessa zona. Tanti dubbi e sospetti, anche se l'ipotesi di un collegamento non troverà mai conferme. Due storie sulle mille che si potrebbero raccontare da ogni angolo dell'Isola.

I SEQUESTRATI Un elenco tragico in cui cui sono anche dei fantasmi particolari: quelli precipitati per sempre nel pozzo nero dell'Anonima sequestri. Un piccolo esercito di cui si tiene traccia negli archivi della forze dell'ordine, anche se spesso di tratta di fascicoli impolverati e ingialliti che nessuno sfoglia più. Ostaggi scomparsi nel nulla, una lista di morti presunti dei quali non si conosce il destino, né dove sia la fossa. Venticinque nomi dal 1967 ad oggi, che riaffiorano dalle nebbie del passato ogni volta che la terra di Sardegna restituisce scheletri spolpati dal trascorrere del tempo e dalla furia degli elementi.

Vanna Licheri (archivio L'Unione Sarda)
Vanna Licheri (archivio L'Unione Sarda)
Vanna Licheri (archivio L'Unione Sarda)

"Cold case" come quello di Vanna Licheri, possidente di Abbasanta, donna mite eppure tostissima, portata via dai ladri di esseri umani ?il 14 gennaio? del 1995 e mai tornata a casa. Oppure di Gina Manconi, la farmacista di Nuoro rapita ?il 16 novembre? del 1983 mentre tornava dal lavoro: anche di lei si sono perse le tracce. Fantasmi. Come Aurelio Baghino, titolare della concessionaria Fiat di Nuoro e vice presidente della Nuorese Calcio, rapito ?il 19 agosto? del 1967 nella sua villa di Cala Liberotto. Dove sono finite le loro spoglie? E quelle di Daniele Mureddu, il possidente di Fonni prelevato ?il 7 maggio? del 1968 dal suo ovile di Orani? Che ne è stato di lui? E dov'è nascosta la tomba di Antonio Mannatzu, segretario amministrativo della Dc di Cagliari rapito ?il 18 novembre? del 1968 mentre si recava nella sua casa di campagna di Pirri?

Un tragico interminabile rosario. In cui compaiono anche nomi poco noti come quello di Giovanni Manca, possidente di Nuoro, sparito ?il 22 giugno? del 1969. Chi si ricorda di lui? E chi ha memoria dell'allevatore di Borore Giovanni Sias? I banditi lo prelevarono dal suo ovile nelle campagne di Macomer nel pomeriggio del 25 aprile 1972 e da allora nessuno ha più avuto sue notizie.

La notizia del rapimento Mazzella (archivio L'Unione Sarda)
La notizia del rapimento Mazzella (archivio L'Unione Sarda)
La notizia del rapimento Mazzella (archivio L'Unione Sarda)

VITE SOSPESE Di Attilio Mazzella, invece, le cronache ne hanno parlato a lungo. Perché il suo è un sequestro eccellente, così si diceva all'epoca. Industriale originario di Ponza, proprietario del Villaggio Telis, fu sequestrato ?il 9 luglio? del 1975 a Sa Conca 'e Bachis, in agro di Mamoiada. La sua famiglia versò ai banditi mezzo miliardo di lire pur di poterlo riabbracciare, ma non ha mai avuto indietro neanche i suoi resti. Rapimento da prima pagina, proprio come come quello del consigliere di amministrazione della Augusta elicotteri Leone Concato, sequestrato ?il 27 maggio? del 1977 nel giardino della sua villa di Cala di Volpe in Costa Smeralda. Arriverà mai il giorno in cui un cane da caccia scoprirà dove sono sepolti? E qualcuna delle mille grotte nascoste della Sardegna restituirà, prima o poi, i resti di Giovanni Antonio Ceselia, l'imprenditore di Dorgali sequestrato il 19 luglio 1975 poco dopo il suo rientro da un viaggio di affari in Venezuela? E che fine ha fatto Antonio Orrù, il figlio di un facoltoso commerciante di Jerzu scomparso la sera del 15 novembre del 1979 a pochi chilometri da Arzana? Fantasmi. Gente poco nota e personaggi famosi, tutti accomunati dallo stesso tragico destino. Storie che sarebbe bene non dimenticare mai, come quella dell'allevatore di Mamoiada Mario Satta, finito nella mani dell'Anonima ?la sera del 6 dicembre? del 1975. O di ?Gonario? Serra, allevatore di Nuoro prelevato ?il 20 giugno? del 1986 nell'azienda di Sa Tanca Noa, in territorio di Orotelli, mentre stava cenando insieme al padre Giuseppe. Nomi e ancora nomi. Vite sospese. Da Paolo Camboni, allevatore di Ploaghe sparito il 4 maggio 1971, a Peter Rainer Besusch, imprenditore edile tedesco rapito dalla sua villa di Vaccileddi il 18 settembre del 1978. Da Giuseppe Sircana, industriale del sughero di Calangianus svanito nel nulla ?il 19 febbraio? del 1995, a Luigi Daga, studente di Riola Sardo sequestrato a Oristano ?il 17 agosto? del 1974. E ancora: Efisio Carta, proprietario terriero di Oristano (rapito il 16 novembre 1978), Puccio Carta studente di Cagliari (17 marzo del 1974), Giovanni Murru, direttore della società minerario Silius di Iglesias, (3 ottobre del 1976), Giancarlo Bussi, ingegnere meccanico di Maranello, in villeggiatura a Villasimius (4 ottobre 1978), Benigno Brai, imprenditore agricolo di Carbonia (19 settembre del 1979), Giuseppe Putzu, imprenditore di Villaputzu (1 ottobre del 1995).

Paoletto Ruiu (archivio L'Unione Sarda)
Paoletto Ruiu (archivio L'Unione Sarda)
Paoletto Ruiu (archivio L'Unione Sarda)

STORIE MALEDETTE Storie maledette che a volte si intrecciano, legate indissolubilmente da un filo del colore del sangue. Fra le più angoscianti, figura certamente quella del farmacista di Orune Paolo Ruiu, noto Paoletto, e del muratore di Ossi Giuseppe Sechi. Il primo viene rapito la sera del 22 ottobre del 1993 mentre dal suo paese natale sta tornando a Nuoro, dove abita. Due malviventi bloccano la sua Fiat Tipo in località Nunnale, poi fermano la Fiat 127 di due allevatori, li costringono a scendere e fuggono con la loro auto portandosi dietro l'ostaggio. ?Il 30 dicembre? i familiari del farmacista ricevono una busta: all'interno c'è il lembo di un orecchio del loro caro e la richiesta di riscatto. Il macabro rituale si ripete qualche mese dopo, il 23 marzo 1994. Un altro frammento d'orecchio dentro un plico. Grazie al dna, anni dopo si scoprirà che in realtà il secondo pezzo di cartilagine inviato ai familiari di Ruiu apparteneva a Sechi, che era misteriosamente scomparso da Ossi due giorni prima. Terribile la verità che sembra emergere: morto il farmacista, la banda avrebbe rapito e ucciso Sechi al solo scopo di inviare la prova in vita e riprendere le trattative con i familiari. Sono passati 25 anni e né il corpo di Ruiu né quello del muratore di Ossi sono mai stati ritrovati. Fantasmi anche loro, come tutti gli altri.
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