In un recente commento su L'Unione Sarda, Giulio Zasso ha elencato le principali vertenze della Sardegna aperte col governo nazionale. L'elenco è lungo, ma non tutte vanno poste sullo stesso piano. Possiamo fare una distinzione tra problemi sostanziali e problemi d'immagine, altrettanto importanti. Fra i primi al top della classifica figurano sanità, trasporti ed energia, mentre tra i secondi rientrano la zona franca e l'inserimento del principio d'insularità in Costituzione.

Cerchiamo di fare una breve sintesi su ciascuno di essi. Sulla riforma della sanità, la Giunta ha elaborato nei giorni scorsi una bozza di riforma che ha sottoposto all'attenzione dei partiti, dei sindacati e dei consiglieri regionali, dove è previsto il ripristino di cinque Asl, un piano per la costruzione di tre nuovi ospedali e uno per la ristrutturazione dei presidi esistenti. La bozza prevede la costituzione dell'Ares (Azienda regionale della Sardegna) al posto dell'attuale Ats (Azienda per la tutela della salute), nonché un'articolazione territoriale dei presidi ospedalieri in Arnas (Azienda di rilievo nazionale ad alta specializzazione Brotzu), Amou (Aziende miste ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari) e Areus (Aziende regionali dell'emergenza urgenza). La nuova organizzazione funzionerà meglio di quella attualmente esistente per la soluzione dei problemi della salute dei sardi? Si vedrà. Nel frattempo, i problemi da risolvere sono tanti, a cominciare dalle interminabili liste d'attesa, dai pronto soccorso intasati, dalle insufficienze di medici e dai deficit di bilancio da risanare.

Il Rapporto GIMBE del Ministero della salute (luglio 2019) è impietoso: classifica la Sardegna inadempiente sui Lea (livelli essenziali di assistenza), secondo i parametri dei nuovi sistemi di monitoraggio del Ministero della salute. Nella classifica dei Lea, l'Isola è agli ultimi posti con 140 punti (la sufficienza è di 160), insieme a Campania, Valle d'Aosta, Calabria e Provincia di Bolzano. Come si vede, c'è ancora molto da fare per la Giunta regionale.

Sui trasporti ci sono alcune scadenze cogenti, come quella che riguarda la continuità territoriale marittima, gestita dallo Stato, la cui convenzione scade a luglio 2020, per cui le risorse necessarie dovranno essere inserite nella prossima legge finanziaria. Quanto al trasporto aereo su Cagliari e Alghero, dove il contratto con la Regione scadrà a metà novembre, potrebbe arrivare una proroga dell'attuale convenzione.

Per Olbia, invece, c'è maggiore incertezza. Air Italy, infatti, ha accettato di gestire lo scalo sino a metà aprile 2020 senza compensazioni economiche, ma per il dopo dipenderà dal nuovo bando per la continuità territoriale, che passa attraverso una trattativa con l'Ue. Una volta raggiunto l'accordo, il bando dovrà restare pubblicato almeno sei mesi. Tempi lunghi, quindi, che gettano un'ombra d'incertezza sul futuro dello scalo algherese.

Con riguardo al settore energetico, la Giunta dovrà sbrogliare in tempi brevi un problema vitale per l'economia dell'Isola, che riguarda i tempi del "phase out" (uscita) dall'uso del carbone nelle centrali termoelettriche, prevista entro il 2025, che il presidente Solinas vorrebbe rinviare in attesa del completamento della metanizzazione dell'Isola. Quest'ultima, a sua volta, è in ritardo. Contestata dagli ambientalisti, nei mesi scorsi si è acceso lo scontro tra favorevoli e contrari. Tuttavia, recentemente è stata costituita la società di gestione Enura, una joint venture tra Snam e Sgi (Sicietà gasdotti Italia), che ha presentato al ministero dell'Ambiente il progetto per la realizzazione della dorsale di distribuzione di 583 km, già approvato dalla Regione.

Come si vede, di carne al fuoco ce n'è tanta. E non bisogna dimenticare i problemi della zona franca integrale e dell'inserimento del principio d'insularità in Costituzione, iniziative che rischiano di non ricevere la dovuta attenzione e considerazione dalla politica nazionale.

Beniamino Moro

(Università di Cagliari)
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