Quindici, venti idioti non fanno una Curva. Non fanno uno Stadio. Non fanno un Popolo. Eppure sui sardi è piovuto altro fango. Non tanto per il colore della pelle, quanto della maglia. Domenica sera nerazzurra. Nel recente passato bianconera, celeste, rossonera. Tifosi recidivi, quei pochi idioti del buuu? Nel dubbio, andrebbero comunque presi a calci nel sedere. Ma nei salotti (a pagamento) del calcio e nelle tribune della stampa sportiva tricolore, per fare notizia, si spara nel mucchio. Ero allo stadio insieme ad altre 16.500 persone.

Forse ero troppo arrabbiato all'idea di perdere in quel modo contro l'Inter da non aver isolato gli "ululati" nel muro dei fischi, legittimi se non doverosi quando un avversario sta per calciare un rigore. Sia chiara o scura la sua carnagione. Strano che nemmeno Maresca ci abbia fatto caso, considerato che per 98 minuti è stato (non ci sorprende) tutt'altro che casalingo. Sì, qualche buuu c'è stato, lo documenta un video pubblicato anche sul nostro sito: nel frastuono generale alimentato dalle lacrime (leggi gufate) contro Lukaku, si leva l'insulto dei nostri quindici, venti idioti. Che non fanno una Curva, uno Stadio, un Popolo. E poi, se fosse successo in un qualsiasi Lecce-Cagliari o Brescia-Verona, i commenti graffianti nei salotti tv sarebbero morti come i vagiti. Nella culla. Ma c'era l'Inter, c'era Lukaku, c'è da campare due settimane senza Serie A. No, non fa notizia la prima scuola del tifo in Italia aperta proprio alla Sardegna Arena. E non hanno fatto notizia gli insulti volgari rivolti dai tifosi nerazzurri alla signora Icardi, o i cori «pecorai, pecorai» rivolti domenica sera ai sardi. Non ci toccano, siamo orgogliosi di essere un Popolo di Pastori. Ecco, servirebbe un po' di disincanto tra chi guadagna milioni in mezzo a un campo di calcio. E tra chi ne esalta le gesta.

Emanuele Dessì

Direttore L'Unione Sarda
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