"Affetto da un disturbo psichiatrico che ha fatto scemare fortemente le capacità di intendere e di volere". Così lo psichiatra Antonio Laddomada ha definito Gianni Murru, l'ex tabaccaio di Iglesias che il 2 marzo del 2017 uccise Federica Madau, la moglie che voleva separarsi.

Il consulente della difesa (rappresentata dall'avvocato Gianfranco Trullu) ha parlato stamattina nell'aula della Corte d'Assise d'Appello di Cagliari, dove è in corso il processo d'appello nei confronti dell'uomo, condannato in primo grado a trent'anni.

Il procedimento di secondo grado si sta avviando alle battute finali, ma le posizioni di periti nominati dalla Corte (gli psichiatri Enrico Zanalda e Marco Lagazzi), rimangono nettamente contrastanti a quelle della difesa. Anche oggi hanno definito Murru "lucido e vigile nel tempo e nello spazio, manipolatore e narcisista". Laddomada, dal canto suo, ha evidenziato che l'uomo continua a essere sotto terapia con farmaci specificamente usati nei casi di forti disturbi psichiatrici. Il consulente della difesa ha anche fatto riferimento alla fede, ricordando che Murru è un evangelista con "profondo senso della morale".

Ciò per avvalorare la tesi secondo cui sarebbe stato scosso da comportamenti che lui stesso imputava alla giovane moglie. Fra due giorni le conclusioni di procuratore, difesa e parti civili. Murru era presente anche oggi in aula. Assenti i familiari di Federica, rappresentati dagli avvocati Annarella Gioi, Duilio Ballocco e Alessandra Ibba.
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