Sei mesi dopo la scomparsa della bimba, ecco la confessione: "Sono stata io a uccidere Esperanza".

La svolta nel mistero sulla fine della piccola rom, della quale si sono perse le tracce alla fine dell'anno scorso, arriva dalla cella nella quale è detenuta la madre Dragana Ahmetovic. La donna davanti al pm Guido Pani ammette di essere stata lei a soffocare la figlia. "Un omicidio brutto", lo ha definito lei stessa.

Un'ammissione arrivata durante l'ennesimo interrogatorio in carcere, dove lei e il marito Slavko Seferovic si trovano da gennaio dopo l'arresto da parte della Squadra mobile della polizia. Il delitto sarebbe stato commesso davanti a un market a Su Planu: l'uomo era andato a fare la spesa e, al suo ritorno, la moglie gli aveva dato la bimba (neanche 20 mesi) morta. Una disgrazia, avevano detto.

Poi la messinscena dell'incendio al furgone nel quale vivevano, con la tesi della bimba morta nel rogo: versione caduta subito dopo, quando gli investigatori avevano accertato l'assenza di tracce del corpo della piccola tra le lamiere. Quindi la tesi, smentita, del rapimento per vendetta.

Infine l'ammissione: un delitto, col corpo bruciato e gettato nel rio Cixerri. Dove però non è stata trovata traccia del cadavere. Restava da capire chi avesse ucciso la bambina. Ora la madre ha confessato. Perché il delitto? Risposta difficile. Una depressione dopo il parto, o forse alcuni problemi fisici della piccola che avevano spinto la donna a rifiutarla. La sua versione ora è al vaglio della Procura.

Andrea Manunza
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