"Già ci siamo salvati Francesco", dice Pier Paolo Farci al collega Francesco Alessi in un dialogo intercettato dagli investigatori della Digos nell'ufficio della segreteria della Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, in viale Buoncammino a Cagliari.

"Mi ha salvato molto e anche a te questa storia", aggiunge Farci per poi aggiungere: "Oggi abbiamo fatto poker. 4.000 euro di cui due status che valgono di più".

Si tratta di uno dei numerosi dialoghi tra i due dipendenti della Prefettura di Cagliari registrati, grazie a telecamere e cimici sistemate anche nello loro auto, nell'inchiesta coordinata dal pm Andrea Vacca sfociata nell'esecuzione delle cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere all'alba di lunedì. Oltre a Farci e Alessi sono finiti in cella a Uta i bengalesi Sasanka Kundu, Asad Molla e Alì Ahmed che svolgevano il ruolo di interpreti nella Commissione.

Farci e Alessi ricevevano, secondo le accuse emerse nelle indagini della Digos di Cagliari, dei soldi per variare il calendario della Commissione: anticipavano le audizioni dei cittadini bengalesi pronti a pagare anche 3000 euro per ottenere questo "favore". In un'altra intercettazione audio e video del febbraio 2018, come scrive la gip, "si vede Farci che si avvicina alla scrivania di Alessi e comincia a contare dei soldi in biglietti da 50 euro per un totale di 3.000 euro poi spartiti in egual misura tra i due. Si sente anche la risatina 'beffarda' di Farci all'atto della divisione dei soldi".

Il gruppo, come ricostruito dagli inquirenti, aveva creato un "sistema di malaffare" tanto "radicato ed efficace" che nella "comunità bengalese a Cagliari si era diffuso il convincimento che solo rivolgendosi a Sasanka Kundu sarebbe stato possibile ottenere il riconoscimento della protezione umanitaria. E che, fuori da quei canali, le possibilità sarebbero state scarsissime o nulle".

Queste le parole della gip Maria Cristina Ornano nell'ordinanza di custodia cautelare.
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