Secondo la Treccani, per sfinimento si intende, anche, «una condizione ambientale, situazione, circostanza, che mette a dura prova la resistenza fisica e nervosa di un individuo». Lo sfinimento, aggiungiamo qui, si esercita (e si subisce) in famiglia, a scuola, sul lavoro, nello sport. E in politica. In Sardegna, e nel Cagliaritano in particolare, assume una sfumatura diversa, intraducibile: «mi stai sfinendo» diventa mi ses pighendi a boccidura. Per esercitarla servono doti non comuni: calma, pazienza, sagacia. Qualità che spesso caratterizzano i giocatori di scacchi.

Nello scenario politico sardo sa boccidura (o se preferite lo sfinimento) ha portato a un risultato a tutti noto: una Giunta regionale con appena cinque assessori a 56 giorni dalle elezioni. Sì, certo, il centrodestra le ha stravinte il 24 febbraio, ma solo il 20 del mese successivo la Corte d'Appello di Cagliari ha ufficializzato gli eletti. Sarebbe stato tuttavia, se non doveroso, almeno opportuno allestire la squadra appena conquistata la promozione. Rimandando l'assetto definitivo davanti alla certezza di poter schierare o meno Ronaldo. Oggi stiamo ancora affrontando il campionato - leggi i problemi della Sardegna - con una squadra di calcetto. Chi conosce la politica e Christian Solinas sostiene che la tattica sia chiarissima: far capire ai soci, di maggioranza e minoranza, che le decisioni le prende l'allenatore. Tanto più se a sceglierlo non è stato il presidente della squadra, ma i tifosi. Gli elettori.

Martedì, chissà, potrebbero cadere i dubbi sugli ultimi sette assessori. Almeno tre dovranno essere donne. I tempi sono abbondantemente maturi perché Solinas passi all'incasso, suggerendo le scelte agli alleati, Lega compresa.

Certo, la tattica dello sfinimento potrebbe essere solo frutto della fantasia di chi scrive e l'insopportabile fase di stallo semplicemente figlia dell'incapacità di fare sintesi. Il presidente Solinas e i suoi primi cinque assessori sono comunque al lavoro dal giorno stesso del giuramento, il 4 aprile. Tra le tante vertenze (energia, trasporti, lavoro, burocrazia...) c'è quella con lo Stato aperta nel 2012 dal Governo Monti con la partita degli accantonamenti. Sangue succhiato alle Regioni a statuto speciale per concorrere a coprire i debiti romani. Giuseppe Fasolino, assessore al Bilancio, forte di una sentenza (ereditata) della Corte costituzionale, ha già ricordato a Conte e Tria che alla Sardegna vanno restituiti, e non solo a chiacchiere, 285 milioni. Servono come il pane, anche per coprire la spesa di 60 milioni all'anno, l'onere della convenzione con il Mater Olbia, il grande ospedale in mano al Qatar. Fasolino, l'uomo della Gallura in Giunta, sa che non può fallire, in un territorio che già rischia di veder volare via Air Italy, l'ex Meridiana, altra realtà che parla arabo.

Sfinimento, sempre per la Treccani, significa anche «l'essere, il sentirsi sfinito; uno stato di profonda estenuazione». È quella che vivono i sardi. Ma, nelle stanze del potere, si litiga ancora sugli assessorati, sulle commissioni, sugli enti, sulle poltroncine. A due mesi dal voto. E non consola aggiungere, a parte i tempi più rapidi, che è sempre stato così. Buona Pasqua a tutti.

Emanuele Dessì
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