Il Tavolo del latte si è chiuso con un nulla di fatto. Cinque ore di duro confronto, ma le parti non sono arrivate a un punto d’incontro. Gli industriali hanno proposto 65 centesimi al litro.

Dura la reazione dei pastori in attesa fuori dal palazzo della Regione, che hanno accolto la notizia con fischi e grida davanti ai poliziotti schierati in assetto antisommossa.

LA LUNGA DISCUSSIONE - Il tavolo regionale per il prezzo del latte, convocato dall’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria e presieduto dal governatore Francesco Pigliaru, è durato oltre cinque ore. Blindatissimo il palazzo di viale Trento, sede istituzionale della Giunta regionale sarda. Tra il mondo della produzione erano assenti Coldiretti, Movimento pastori sardi e Confcooperative. I lavori, iniziati poco dopo le 15, sono terminati intorno alle 21. Presenti i rappresentanti della trasformazione industriale, la Lega delle Cooperative, i Consorzi di tutela delle tre Dop, Pecorino romano, Pecorino sardo e Fiore sardo. Per i produttori, Cia, Confagricoltura e Copagri.

Ha partecipato anche una rappresentanza dei movimenti spontanei protagonisti della straordinaria ondata di protesta. Presente anche Oilos, l'organismo che rappresenta la filiera del latte ovicaprino, il mondo del credito, e anche il presidente dell'Anci Emiliano Deiana, in rappresentanza dei sindaci che in questa settimana di lotta hanno manifestato solidarietà ai pastori.

Di sicuro, la convocazione del tavolo nazionale domani alle 15 al Viminale, decisa dal ministro dell’Interno Matteo Salvini, ha depotenziato l’iniziativa della Regione. Proprio da fonti del Viminale si apprende che al tavolo, a cui parteciperà anche il ministro delle Politiche agricole Gianmarco Centinaio, è stato invitato il presidente della Regione Francesco Pigliaru.

IL MOVIMENTO PASTORI - In una nota, il Movimento Pastori Sardi ha spiegato che "a seguito dell’incontro avvenuto con il Presidente del Consiglio Conte, il Ministro dell’Agricoltura, il Ministro per il Sud ed il Prefetto, dove ha potuto esporre problematiche ed eventuali soluzioni, ha constatato la posizione di alcuni pastori, i quali hanno ritenuto tale incontro di parte, attribuendo al Movimento la responsabilità e la voglia di apparire e mettere un cappello sopra l’iniziativa. Ovviamente così non è. Il Movimento Pastori Sardi ha accettato quell’incontro solo perché concordato da tempo ed un’occasione per definire con il Ministro dell’agricoltura le principali problematiche. Per questo e per altri motivi riteniamo doveroso rinunciare alla presenza del nostro rappresentante Felice Floris al tavolo latte previsto per questo pomeriggio a Cagliari".

"Facciamo questo gesto con responsabilità certi che", si legge ancora nel comunicato, "molti pastori si considerino dallo stesso comunque rappresentati e invita i pastori partecipanti alle iniziative ad esprimere un proprio rappresentante. Fino ad allora il Movimento sarà presente in ogni presidio ed in ogni realtà per dare il proprio contributo alla risoluzione di questa vertenza e invita i suoi aderenti a non indietreggiare di un passo fino a che le richieste e le aspettative di tutti non vengano accolte".

COLDIRETTI: "NO ALLE STRUMENTALIZZAZIONI" - "In un clima particolarmente teso tra le campagne, dove rimane altissima la rabbia tra i pastori, le strumentalizzazioni elettorali (pro e contro) in questo momento rappresentano “un cerino” per continuare ad alimentare fuochi pericolosi". Lo evidenzia in un comunicato stampa Coldiretti Sardegna. "Il Governo, con il Ministero dell’Interno, è un elemento istituzionale che rappresenta, non un colore poltico, ma la speranza di poter trovare risoluzione al problema. Tutta la politica, di qualsiasi colore, aiuti ad unire (e non dividere) i pastori con il colore bianco del latte".

LA PROTESTA DAVANTI ALLA REGIONE

LE PAROLE DI ANDREA CINUS (MOVIMENTO PASTORI SARDI)

IL PRESIDIO:

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