Negli ultimi dodici mesi oltre 200 migranti algerini sono morti mentre cercavano di raggiungere l'Europa attraverso il Mediterraneo, anche sulla rotta che porta in Sardegna.

Ai numeri, tragici, forniti nei giorni scorsi dal ministro degli Interni di Algeri, Noureddine Bedoui, ha risposto oggi la Regione Sardegna, per voce dell'assessore con delega ai Flussi migratori Filippo Spanu.

"La Regione continua a manifestare preoccupazione per la rotta tra Algeria e Sardegna che ha provocato nel 2018 tante vittime", le sue parole, nel corso di un incontro convocato proprio per fare il punto sul fenomeno.

LA COMMEMORAZIONE - "A fronte dei tanti impegni assunti dal ministero dell'Interno e delle nostre richieste di intervento il flusso resta costante", ha proseguito l'assessore. Aggiungendo: "La Regione, dal canto suo, ha messo a punto un progetto per contrastare lo sbarco nell'isola di migranti in arrivo dal paese nordafricano".

"Per ricordare le vittime lungo questa rotta - ha annunciato Spanu - il prossimo 26 gennaio è stata organizzata una commemorazione al largo di Sant'Antioco, davanti all'Isola del Toro".

IL DECRETO SICUREZZA - "Stiamo lavorando insieme alle altre Regioni - ha chiarito Spanu - al ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto Sicurezza. È in via di completamento la fase di acquisizione degli elementi tecnici e giuridici a sostegno delle nostre argomentazioni contro un provvedimento che riteniamo iniquo e in grado sia di disintegrare un sistema di accoglienza faticosamente costruito in questi ultimi anni insieme ai Comuni, sia di creare insicurezza e allarme sociale nelle nostre comunità".

I RIFUGIATI IN SARDEGNA - La stessa Regione ha snocciolato i dati dei migranti attualmente ospitati nell'Isola. "Sono - ha detto Spanu - 2552 le persone ospiti delle strutture di accoglienza della Sardegna. Nel dettaglio: 2328 rifugiati ospiti dei 97 Cas, 224 inseriti nei 16 Sprar, cui si aggiungono 222 minori stranieri non accompagnati.

Per loro "la Regione, con il Piano per l'accoglienza recentemente approvato per favorire il processo di inclusione, ha messo in campo diversi progetti: dalle attività di volontariato in ambiti di pubblica utilità alle iniziative sportive all'agricoltura sociale per valorizzare le competenze dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale nel settore agricolo e pastorale, con particolare riferimento ai Centri di accoglienza ubicati nelle aree rurali".

I NUMERI - Tornando, invece, ai dati forniti da Algeri, negli ultimi dodici mesi tra i migranti partiti dall'Algeria si contano 96 dispersi e 119 corpi recuperati.

Ancora, sono stati quasi 4.000 tentativi di partenza scoperti, sventati o interrotti dalla Guardia Di fronte alle impietose statistiche.

Per quanto riguarda il contrasto del fenomeno, sono stati oltre 200 i casi di traffico di esseri umani, che hanno portato all'arresto di 24 persone. A queste se ne devono aggiungere altre 355, attualmente sotto processo. Ancora: le autorità algerini sottolineano il crescente utilizzo, da parte dei trafficanti, dei social media. Nel solo 2018 le forze dell'ordine algerine hanno individuato oltre 50 pagine Facebook create dai trafficanti per promuovere e gestire l'immigrazione clandestina.

(Unioneonline/l.f.)

Contributo da Paolo Matta
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