Da Sassari a Cagliari, passando per Alghero e Nuoro, nell'Isola è un coro di no contro il decreto sicurezza di Matteo Salvini.

Il primo a sfidare il ministro dell'Interno, e l'unico ad annunciare di essere pronto a sospendere alcuni effetti del decreto, è il sindaco di Alghero Mario Bruno.

"Lo abbiamo già scritto al presidente Conte: pronti a sospendere gli effetti nei nostri comuni se non ci sarà un confronto nel merito con i sindaci, con chi vive i problemi da vicino. Siamo abituati a risponderne, da tutti i punti di vistra, per tutti i nostri concittadini", annuncia sul suo profilo Facebook il primo cittadino dem.

Che poi sfida apertamente il ministro dell'Interno, che ha minacciato conseguenze penali per i sindaci che non applicano il decreto sicurezza. "Salvini non ci spaventa", continua Bruno. "A volte bisogna andare controcorrente, per non appoggiare una pericolosa deriva razzista. Faremo ciò che è giusto tenendo conto innanzitutto della nostra coscienza e della nostra umanità, come facciamo ogni giorno".

CAGLIARI - Massimo Zedda invece non annuncia nessun atto di disobbedienza, ma si schiera anche lui apertamente contro il decreto. "Renderà le nostre città più insicure", spiega all'Ansa. "Il governo, non essendo capace di garantire lavoro e sviluppo, pensa di distrarre l'attenzione con i temi della sicurezza: io mi riconosco nelle parole di Mattarella, la sicurezza c'è se tutti sentono rispettati", dichiara il primo cittadino. E ancora: "Con l'associazione dei comuni stiamo definendo quali azioni portare avanti in queste ore perché siano rispettati i principi costituzionali e perché venga modificato il decreto".

SASSARI - "Nella nostra città è in atto un percorso di accoglienza e integrazione al quale non siamo disposti a rinunciare", afferma Nicola Sanna. "Questa mattina - aggiunge - ho incontrato i funzionari del Comune per chiedere loro di essere informato di ogni richiesta che arriva all'anagrafe: valuterò di volta in volta la situazione e interverrò, se necessario, come primo ufficiale dell'anagrafe".

E ancora: "È stato richiesto un incontro con il Ministro Salvini. Intanto sui territori si continua a monitorare la situazione. Nei prossimi giorni convocherò a Sassari una riunione con i responsabili dei Cas, Centri di Accoglienza Straordinaria, e del progetto Sprar, il Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, alla presenza delle assessore alle Politiche sociali Pina Ballore e alle Politiche per i servizi al cittadino Rossana Serratrice. I diritti di tutti i cittadini stranieri devono essere tutelati, nel rispetto della Carta Costituzionale. E la sicurezza sociale delle nostre città deve essere garantita".

NUORO - Anche il primo cittadino nuorese Andrea Soddu dichiara guerra al decreto. "Disobbedire a una legge dello Stato è una cosa complessa, che investe anche la responsabilità degli uffici comunali, ma se dipendesse solo da me io disubbidirei domani mattina a un decreto disumano". Poi chiede al governo l'apertura di un dialogo e il "ritorno al buon senso", perché il provvedimento "viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, tutte le convenzioni dei richiedenti asilo e la nostra stessa Costituzione".

REGIONE - Anche la Regione si schiera con i primi cittadini delle principali città sarde: "Siamo dalla parte dei sindaci in grave difficoltà per gli effetti del decreto, non possiamo lasciarli soli e intendiamo ribadire la richiesta di avviare immediatamente un confronto con il governo che nega a molte persone servizi essenziali e pone gli amministratori locali di fronte a seri problemi sul fronte dell'ordine pubblico e della sicurezza", dichiara l'assessore agli Affari Generali Filippo Spanu.

"I richiedenti asilo che si vedono negare accoglienza e servizi diventano fantasmi con i rischi che ciò comporta per tutti i cittadini", continua l'assessore che ha la delega in materia di flussi migratori.

"Si delineano - dice ancora Spanu - scenari di grande incertezza. Lo Stato riduce i fondi e ridimensiona i servizi a favore dei richiedenti asilo e i sindaci sono costretti a chiedere aiuto alla Regione per mantenere in vita il sistema dell'accoglienza, che noi continuiamo a sostenere".

LA SCHIERA DEI SINDACI CONTRO IL DECRETO - I sindaci sardi si aggiungono a Leoluca Orlando (Palermo), Dario Nardella (Firenze), Federico Pizzarotti (Parma), Luigi De Magistris (Napoli), Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e tanti altri. Fino ad ora il solo Orlando ha tuttavia deliberato in tal senso, impartendo agli uffici anagrafici la disposizione di sospendere momentaneamente gli effetti del decreto Salvini.

COSA CONTESTANO I "DISOBBEDIENTI" - Con tutta probabilità la vicenda finirà davanti alla Corte Costituzionale. A preoccupare i sindaci sono alcune conseguenze dell'applicazione del decreto nei confronti dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari, che è stato abrogato. Molti di loro sono minori non accompagnati che frequentano le nostre scuole, e che alla scadenza dell'attuale status sarebbero dei "fantasmi" senza identità. Altri ancora lavorano nei nostri comuni e in Italia pagano le tasse. Anche loro diventerebbero dei signori nessuno che continuerebbero tuttavia a girare per i nostri paesi, visto i 600mila rimpatri promessi da Salvini sono una chimera e che siamo sì e no a qualche decina, da quando il leader della Lega è al Viminale. Tutti i titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari inoltre, scaduto il permesso, non avrebbero più accesso al sistema sanitario nazionale.

(Unioneonline/L)

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