Una "sentenza storica" la definiscono i Riformatori sardi "per una vergogna che avevamo denunciato dieci anni fa".

Si tratta di quella con cui "il tribunale di Cagliari ha condannato la Regione Sardegna per la colpevole dismissione dei servizi di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi", spiega il consigliere regionale Michele Cossa.

"La conferma, se ce ne fosse bisogno - aggiunge -, che siamo davanti ad una storia di ordinaria follia: si è privato in modo arbitrario e per chissà quali secondi fini il nostro patrimonio boschivo sardo di uno strumento fondamentale per la prevenzione e la lotta agli incendi".

"Come Riformatori - ricorda - da tempo abbiamo messo in evidenza questa assurdità. Nonostante questo si è preferito far finta di nulla, andando a sbattere contro il muro della giustizia. Si sono sprecate risorse pubbliche, ben 30 milioni di euro per 50 postazioni di telerilevamento, senza contare i quasi 900.000 euro per gli aggiornamenti. Si sono spese altre risorse per dismetterle, e adesso dovremo spendere altri 230.000 euro per rispettare la sentenza".

"Ora mi chiedo - conclude Cossa - chi debba pagare i danni di questa scellerata decisione, se, come ho paura, saranno i contribuenti sardi, oppure i responsabili. Nessuno però potrà ripagare la Sardegna per il depauperamento del proprio patrimonio a causa degli incendi, che in tutti questi anni si sarebbe potuto evitare se solo chi ne aveva la responsabilità avesse fatto il proprio dovere".

(Unioneonline/s.s.)
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