La storia di don Piero Paulesu, il neo vicario parrocchiale di Thiesi e Torralba, diventa un racconto che il giornalista Gianni Garrucciu - l'autore del libro FAME che si avvale di una conversazione con Papa Francesco e con il Nobel per la Pace David Beasley - ha scritto per l'Antologia "Domani è un giorno nuovo", della Ibiskos-Ulivieri Edizoni. Il volume raccoglie una serie di racconti e poesie di scrittori e giornalisti che hanno voluto narrare vicende ed emozioni dei momenti più difficili vissuti durante la terribile emergenza del coronavirus.

"La storia di don Piero mi ha subito colpito - racconta Garrucciu - sia per la singolarità della vicenda, sia per la partecipazione emotiva che l'hanno contraddistinta. C'era sofferenza fisica nel racconto di don Piero, ma c'erano anche la speranza e la voglia di vivere. Mi è sembrata una vicenda che meritava di essere conosciuta".

Don Piero Paulesu all'inizio del 2020 si trovava in un collegio romano per terminare i suoi studi, quando una mattina è stato svegliato da un forte trambusto e da una brutta notizia: "Nel corso della notte era morto un nostro compagno - racconta ripercorrendo quei momenti drammatici - Era stato poco bene con la febbre alta e altri sintomi. Veniamo tutti trasportati al pronto soccorso dove ci prelevano il sangue e ci fanno il tampone. Lunghe ore di attesa e poi la sentenza: siamo tutti positivi, ma non siamo gravi. Però siamo ventotto su trentadue: non è poco. Veniamo trasferiti in una vicina struttura alberghiera".

Comincia un calvario che dura due mesi, fatto di incertezze, di solitudine e di speranza. "Nell'angoscia - spiega Don Piero - attendevo il responso del mio quinto tampone. Ne ho fatti quattro, tutti positivi. Attendo. E in questa attesa che sa di inquietudine, di vita sospesa, ma anche di fiducia, non riesco a dormire. Esco in terrazzo, è il mio unico sfogo. È la mia finestra sul mondo. E in questo mondo silenzioso, dove tutto è davvero sospeso, dove le luci illuminano un selciato freddo e isolato compare lui, il mio primo compagno dopo tanti giorni di solitudine: è un geco. Sì, un geco! Proprio un geco alla vigilia del risultato del mio ultimo tampone. Sì sono un po’ superstizioso. Eppure so che questo piccolo rettile che molti respingono e disprezzano è considerato un animale sacro. Per gli indigeni australiani rappresenta il valore dell'adattabilità, perché è un animale che sopravvive alle difficoltà, che si adatta a ogni situazione".

Gianni Garrucciu non si fa scappare questa vicenda, e, attraverso una costruzione narrativa limpida e ricca di caratterizzazioni emotive e psicologiche, racconta una delle tante storie della pandemia vista dall'osservatorio di un uomo di chiesa, riuscendo a colpire gli editor della casa editrice al lavoro per completare l'antologia destinata alle ambasciate e agli istituti italiani di cultura nel mondo.

Grazie a questo riconoscimento il racconto di Garrucciu, intitolato "Quel giorno affacciato al balcone", potrà essere letto anche dai tanti sardi sparsi nel mondo attraverso la distribuzione capillare in tutte le istituzioni collegate allo Stato Italiano.

L.P.
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