Niente fuochi, ma solo funzioni religiose per Sant'Antoni 'e Su Fogu (Sant'Antonio Abate) nei dieci paesi del Marghine. Annullato quindi l'appuntamento con la tradizione secolare.

Solo cerimonie religiose, ma senza fuochi e quanto altro, con manifestazioni che non sono state interrotte neanche nel periodo delle due grandi guerre. A Macomer questo fine settimana non sarà accesa la tradizionale tuva, non ci saranno le manifestazioni di piazza e tutto viene rinviato al prossimo anno. Gli effetti della pandemia si fanno sentire pesantemente.

"Il 16 gennaio sarà un sabato triste. Avevamo a disposizione il tronco di albero cavo per fare sa Tuva - dice Nino Enna, del comitato organizzatore di Macomer - ma per la prima volta non si può fare niente. Tutto rinviato al prossimo anno".

Stessa situazione a Silanus, dove Sant'Antonio è anche il patrono del paese. Non ci saranno i giganteschi falò e soprattutto non ci saranno i fuochi pirotecnici, che richiamano nel paese migliaia di persone da tutto il circondario. Niente festa, niente momento di aggregazione e di convivialità anche a Bolotana, Borore, Birori, Noragugume, Dualchi, Lei, Sindia e Bortigali. Così il Covid cancella un importante pezzo della tradizione locale.
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