Le antiche pietre rispuntano in superficie e il piano stradale di epoca romana, ripulito con attenzione dagli archeologi e dagli operai specializzati, ritorna alla luce. Il Ponte Romano si scopre in tutta la sua bellezza, dopo la ripresa dei lavori di scavo e di restauro della pavimentazione della struttura realizzata in età imperiale, e che cavalca il fiume Rio Mannu.

Il ponte lungo 135 metri, caratterizzato da sette arcate, faceva parte della rete stradale che collegava Porto Torres con l'entroterra e con le miniere della Nurra. Nei mesi scorsi si era proceduto alla rimozione dell'asfalto che ancora ricopriva un tratto della pavimentazione originaria, lunga circa 200 metri. La speranza della responsabile del procedimento, l'architetto Patrizia Luciana Tomassetti, era quella di trovare il basolato del piano stradale integro. Una fase propedeutica che permetterà anche di conoscere maggiormente il monumento prima di iniziare la seconda fase degli interventi.

La pavimentazione originale, nel Novecento, era stata ricoperta con dell'asfalto, poiché il ponte rimase in funzione e trafficato, persino da mezzi pesanti, fino agli anni Sessanta. Il monumento è stato chiuso al transito dei mezzi negli anni Ottanta.

Il prossimo anno si darà inizio al restauro, con una revisione del progetto e una successiva predisposizione del bando per l'affidamento dei lavori. La direzione lavori è a cura del personale della Soprintendenza di Sassari, la responsabile del servizio dell'archeologia subacquea Gabriella Gasperetti e l'architetto Gabriela Frulio.
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