Il procedimento è avviato: depositata ufficialmente l’istanza per il riconoscimento del paesaggio sardo nella lista Unesco.

L'iniziativa ha raccolto nell'Isola il supporto di oltre 200 Consigli Comunali che hanno già deliberato, la Giunta regionale che ha dato il patrocinio, il Consiglio regionale che ha votato unanimemente a favore, così come volontari, associazioni, studiosi di storia e archeologia, oltre alle migliaia di comuni cittadini che in queste settimane hanno richiesto informazioni e materiale.

Grande entusiasmo, dunque, attorno al progetto finalizzato all'inserimento della rete dei nuraghi nel patrimonio da riconoscere e tutelare quale ricchezza non solo per la Sardegna ma per il mondo intero.

Del valore e del peso che questa iniziativa può avere sull’economia sarda in un momento nel quale l’Europa sta programmando una mole di risorse mai viste prima - che in Italia arriveranno tramite il recovery fund – si è parlato questa mattina nella prima conferenza stampa di presentazione del progetto “La Sardegna verso l’Unesco”, che dà anche il nome all’Associazione nata per sostenere l’istanza.

"La sfida che abbiamo davanti, in un momento storico come quello attuale - spiega Michele Cossa, che insieme agli altri interlocutori ha posto l'accento sull'interesse, per certi versi inaspettato, che il progetto sta suscitando non solo in Sardegna ma anche fuori - rappresenta un'occasione unica che la Sardegna non può perdere per realizzare il suo sogno di avere una economia che non sia più dipendente dal residuo fiscale delle regioni più ricche, ma che tenda verso l’autosufficienza, premessa necessaria per un'autonomia vera e piena".

"La valorizzazione del patrimonio sardo – continua Cossa - è già stata salutata positivamente da molte altre regioni che in queste settimane hanno mostrato interesse verso la nostra iniziativa, ritenendola una best practice da replicare".

La presenza di circa 8mila nuraghi, diffusa in tutto il territorio, risalenti a 3500 anni fa, ha secondo i promotori un potenziale di attrattività che nel Mediterraneo è comparabile solo con l'Egitto dei Faraoni. A muovere l'intera Isola la convinzione che la Sardegna possa diventare una meta di interesse durante tutto il corso dell'anno e non solo nei mesi estivi, e dunque con effetti significativi sul PIL turistico della Sardegna, ad oggi ancora inferiore alla media nazionale nonostante le ricchezze paesaggistiche che ne fanno un gioiello a livello mondiale.

(Unioneonline/v.l.)
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