È morta a Roma nella notte Rossana Rossanda, giornalista e fondatrice del quotidiano "Il Manifesto".

La storica militante del Pci aveva 96 anni.

Scrittrice, memoria storica dell'Italia del Dopoguerra, era nata a Pola nel 1924. Allieva di Antonio Banfi, antifascista, ha partecipato alla Resistenza. E' stata dirigente del Partito Comunista Italiano negli anni

Cinquanta e Sessanta, fino ad essere nominata da Palmiro Togliatti responsabile della politica culturale del Pci.

L'esigenza di elaborare la crisi del socialismo reale, sull'onda dei movimenti studentesco e operaio, la conduce a fondare nel 1969 il gruppo politico e la rivista "Il Manifesto", quotidiano dal '71, insieme a Luigi Pintor, Valentino Parlato, Lucio Magri e Luciana Castellina.

Le posizioni assunte dal giornale in contrasto con la linea maggioritaria del Partito, in particolare sull'invasione sovietica della Cecoslovacchia, nel 1969 determinano la radiazione della Rossanda e di altri del gruppo dal Pci.

Dopo essere stata direttrice de "Il Manifesto", continua la riflessione e il dialogo sui movimenti operai e femministi, e si dedica soprattutto alla letteratura e al giornalismo attraverso varie pubblicazioni tra cui, nel 1979, "Le altre. Conversazioni sulle parole della politica" (Feltrinelli); nel 1981 "Un viaggio inutile" (Einaudi); nel 1987 "Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986" (Feltrinelli); nel 1996 "La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita".

Nel 2005 esce per Einaudi "La ragazza del secolo scorso", autobiografia tra storia e memoria.

(Unioneonline/F)
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