"Okay, okay. Ho ucciso io quell’uccello. Per amor del cielo, sono un gatto. In fondo è il mio lavoro. In queste poche parole c’è tutta la filosofia di vita e lo spirito mordace di Tuffy, in arte Gatto Killer, felino pigro, brontolone e pungente, nato dalla fantasia della scrittrice inglese Anne Fine. Tuffy è, infatti, un vero e proprio combinaguai, insegue e cattura tutto ciò che gli capita a tiro e sembra fare apposta a mettere a dura prova la famiglia umana, innescando in ogni sua avventura letteraria una serie infinita di equivoci e di situazioni esilaranti. Da un paio di anni, poi, Gatto Killer è passato dalla parola scritta alle vignette e ai balloon dei fumetti e le sue storie sono diventate, se possibile, ancora più comiche.

Lo dimostra il recentissimo La vendetta di Gatto Killer (Sonda editore, 2020, pp. 48) in cui il nostro micio si accanisce sulla mamma di Ellie, la sua padroncina, che ha deciso di darsi all'arte. Purtroppo, nessuno dei suoi "capolavori" sopravviverà alle zampe pasticcione del nostro Gatto Killer, che saprà veramente mandare in bestia i membri della sua famiglia umana, ma forse, alla fine saprà anche riscattarsi.

A rendere estremamente godibili le avventure di Tuffy, oltre al british humor di Anne Fine, sono i disegni dell'illustratrice francese Véronique Deiss, che pare aver colto pienamente lo spirito anarchico e sovversivo del nostro felino. A Véronique Deiss chiediamo prima di tutto come è arrivata a disegnare questo personaggio che era già stranoto ai lettori di tutto il mondo ben prima di diventare fumetto:

"Il fumetto nasce da una richiesta dell'editore. Prima di fare questa versione, avevo già illustrato i romanzi di Anne Fine con alcune tavole nella versione tradotta in francese (nella versione italiana è Andrea Musso l'illustratore di Tuffy in formato racconto, n.d.r.). Ecco perché conoscevo già bene il personaggio e le sue storie e mi è stato facile trasformarle in fumetto".

Come è stato disegnare Tuffy?

"Disegnarlo è stato bellissimo, a tratti avevo voglia di coccolarlo… a tratti di strangolarlo (ride). Per me è come se avesse preso vita al di là del testo, vive nella mia immaginazione e per questo ho aggiunto varie gag al testo di Anne Fine. Tuffy mi fa ridere come se fosse vero, se combinasse davvero tutti quei guai. Mi sembra che io non debba nemmeno sforzarmi, devo solo disegnare tutte le cose che fa nella mia testa".

Nei suoi disegni lei pare cogliere al volo lo spirito di Gatto Killer. Ha per caso un micio come Tuffy a casa?

"Ho sempre amato gli animali e la loro compagnia. Ho conosciuto gatti straordinari, ma non voglio averne. Appunto perché sono killer, come sappiamo dal libro (ride). Tuffy non somiglia a nessun gatto in particolare, non esiste nella realtà".

Tuffy è più vittima o colpevole delle situazioni in cui si ritrova?

"La cosa divertente è proprio la malafede di Tuffy. Per la maggior parte del tempo è colpevole, ma si atteggia a vittima quasi fino a farti credere che lo è veramente innocente. È un personaggio realmente subdolo, eppure non possiamo fare a meno di amarlo".

Cosa pensa Tuffy della sua famiglia umana e in generale degli esseri umani?

"Tuffy è indipendente e bonariamente crudele, come tutti i gatti. È intelligente e arguto nei suoi giudizi sugli umani, e anche sui suoi compagni di banda. È allo stesso tempo animale e umano, proprio come noi siamo umani e animali, non dimentichiamocelo".

Nessuno le ha mai detto che il suo Tuffy è troppo irriverente, poco politically correct?

"Certo, un sacco di volte. Ma è questo che la gente ama di Tuffy. Quelli che preferiscono il politicamente corretto non sono adatti a questo humour. E spesso scrivono delle critiche davvero cattive sui miei libri, a volte così assurde che mi fanno ridere. Troppo irriverente? Sicuro, ma sono trent’anni che faccio disegni irriverenti, per ragazzi e per adulti. Tutto il mio lavoro è così, e se non vi sta bene, come direbbe Tuffy: allora sculacciatemi! (ride)".
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