E' cominciata questa sera con un allegro taglio del nastro dopo i lunghi lavori di restauro e la chiusura per il coronavirus quella che in tanti definiscono la "seconda vita" della grotta di San Giovanni.

Una cerimonia limitata per sicurezza (sia a causa del coronavirus che del pericolo frane che sussiste sulla facciata principale del compendio) ad un massimo di 200 persone alle quali i funzionari del consorzio Natura Viva Sardegna (che ha in concessione il compendio per 20 anni) hanno fornito i caschetti protettivi per percorrere in sicurezza i suggestivi ambienti interni e arrivare alla grande ansa del monumento naturale dove sono stati allestiti palco e maxischermo.

"Oggi si concretizza un sogno atteso da vent'anni: viviamo l'inizio di una importante fase di valorizzazione dell'immenso patrimonio archeologico e carsico che abbiamo e che dobbiamo assolutamente preservare grazie al contributo di tutti", sono le parole del sindaco Massimo Ventura rivolte a Giacomo Serreli, moderatore della serata.

"Ricordo - è l'intervento del sub commissario della Provincia del Sud Sardegna Ignazio Tolu - quando, poco prima del 2000, in questa grotta è partita una strada transitabile al suo interno mentre ora questa bella realtà si riappropria di se stessa ed è pronta a ricevere uno spicchio di turismo veramente importante".

Fiorenzo Casti, presidente del consorzio Natura Viva Sardegna, concessionario ventennale del sito, si è focalizzato sulle tante migliorie realizzate soprattutto grazie ai 2,2 milioni di euro (del vecchio progetto Pia) ricevuti dal Comune di Domusnovas: "E' stata completamente rifatta con materiali eco compatibili la pavimentazione interna ed esterna del sito, abbiamo inserito una biglietteria con infopoint e regolamentato gli accessi ma anche provveduto a dotare il compendio di connessione wi-fi, cablatura con reti dedicate per la musica e nuova illuminazione con proiettori e luci artistiche. La grotta è un posto magico nel quale intendiamo proporre concerti, spettacoli, visite guidate e tanto altro", ha detto soffermandosi anche sulle tante migliorie realizzate nel nuraghe s'Omu e s'Orcu e nella ex cartiera San Giovanni, le altre due perle turistiche del paese. La serata di oggi, riguardante anche il tema dello spopolamento, è stata resa possibile dalla partnership siglata con le fondazioni "Cammino Minerario di Santa Barbara" e "Maria Carta".

"Potevamo già dire di camminare sulla terra più antica d'Europa, da oggi possiamo farlo anche sulle rocce più antiche del continente" ha evidenziato Giampiero Pinna, presidente della fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, prima di soffermarsi lungamente sul percorso di 500 chilometri che attraversa Sulcis iglesiente e guspinese. Un'affermazione, quella sulla antichità delle rocce calcaree della grotta, poi confermata dal noto speleologo Angelo Naseddu: "Parliamo di rocce che hanno mezzo miliardo di anni: la grotta è un archivio del tempo che dobbiamo conoscere sempre più e preservare".

Nell'occasione è stata presentata la seconda edizione della guida in italiano e inglese del Cammino di Santa Barbara e sono state premiate 3 delle pellegrine che proprio in questi giorni hanno completato varie tappe della lunga camminata.

Incentrato sull'importanza delle piccole imprese artigiane e sulla riscoperta degli antichi mestieri in chiave anti-spopolamento l'intervento di Leonardo Marras, presidente della Fondazione Maria Carta: "Gli studiosi ci dicono che nel prossimo secolo l'Isola potrebbe ridursi ad un solo milione di abitanti. Il settore della ricettività, delle visite guidate e della valorizzazione dei compendi carsici e minerari ha un futuro che dobbiamo sapere coltivare".

Seduti tra il pubblico c'erano anche il consigliere regionale della Lega Michele Ennas, il presidente del Parco Geominerario Tarcisio Agus, Paolo Fadda, dirigente del Partito Democratico e alcuni amministratori del territorio.

La serata si è chiusa in allegria con le esibizioni folk sul palco degli Animas, del duo Beppe Dettori e Raoul Moretti e del duo Fantafolk composto da Vanni Masala e Andrea Pisu.
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