Porte aperte al Museo del Porto di Porto Torres che dopo l'emergenza sanitaria si prepara ad accogliere i visitatori non senza sorprese.

"Salpiamo le ancore per riprendere la navigazione - commenta Lorenzo Nuvoli, gestore del museo - una riapertura arricchita nel suo allestimento di una nuova perla: un pannello che descrive scientificamente il graffito medievale della barca a vela latina ritrovato nella basilica di San Gavino".

Autore della storica scoperta l'epigrafista Giuseppe Piras che nel 2005, durante il lavoro di mappatura della basilica e grazie all'impiego di diversi sistemi di illuminazione e rilievo, in una colonna nella navatella settentrionale della maestosa chiesa individuò il disegno di un'imbarcazione da pesca, armata a vela latina. Il graffito, realizzato con un sottile punteruolo, è collocato ad altezza uomo e misura, nella sua massima estensione, 46 per 42 centimetri.

"La scoperta è avvenuta dopo aver individuato un numero consistente di epigrafi medievali e graffiti da me analizzati nell'ambito dei progetti 'Cattedrali di Sardegna' e 'Rilievo scanner laser 3D della basilica di San Gavino', - spiega l'epigrafista - quest'ultimo da me coordinato con il coinvolgimento delle Università di Pisa, Siena e Alghero e di numerosi ricercatori di discipline afferenti all'età medievale".

Il graffito raffigura il fianco sinistro di una barca della quale sono stati riprodotti diversi dettagli, quali ad esempio le cuciture tra i ferzi della vela latina, l'albero, lo scafo. L'estremità superiore della prua mostra un profilo sagomato che pare concludersi con una sorta di becco uncinato, mentre la poppa ha forma appuntita. In quest'ultima parte della barca, spiccano altresì le rappresentazioni di un segmento obliquo che potrebbe essere identificato con un lungo remo, impiegato come organo di governo dell'imbarcazione, e di un'ampia rete a sacco calata in acqua.

"È probabile che il graffito possa essere interpretato come un ex voto realizzato in seguito ad uno scampato naufragio - prosegue Giuseppe Piras - seguendo una differente lettura, il graffito potrebbe essere invece essere stato eseguito per richiedere e propiziare una battuta di pesca fruttuosa. Un indizio a sostegno di quest'ipotesi interpretativa può ravvisarsi in un disegno riprodotto poco più in basso rispetto all'imbarcazione a vela latina e contiguo ad una marca lapidaria d'età medievale correlata a lavori effettuati nella basilica. Il disegno raffigura lo scafo stilizzato di una piccola barca sulla quale compaiono sette aste verticali, probabile richiamo all'episodio della 'pesca miracolosa' narrato nel Vangelo di Giovanni, in cui il Cristo Risorto apparve a sette apostoli". Da oggi quindi, il testo che porta la firma dell'epigrafista, corredato dalla grafica di Lorenzo Ramacciato farà parte del percorso che Lorenzo Nuvoli e Nicoletta Marsella, soci di AssoVela e gestori del Museo del Porto, illustreranno ai visitatori.
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