"Dobbiamo conviverci": dopo quasi due mesi di restrizioni pesanti sotto tutti i punti di vista, questa è la frase del momento. Convivere col virus, entità di cui - ammettiamolo - un po' tutti (tranne gli specialisti) avevamo nozioni confuse, appannate, abbandonate in qualche angolo poco trafficato delle nostre conoscenze. La pandemia ci ha brutalmente messo davanti alla necessità di un ripasso veloce. Perché ci stiamo già convivendo, col virus. Ma forse, alle soglie della famigerata Fase 2, non abbiamo ancora capito che convivere con un virus significa ritrovarsi in una situazione di cui noi abitatori della parte "occidentale" del pianeta (il cosiddetto primo mondo) non abbiamo memoria: la situazione in cui, per procacciarsi il cibo, si è costretti a correre rischi. Rischi mortali. Un tempo era la possibilità di incappare in un predatore. Oggi il rischio è di "dare un passaggio", contro la nostra volontà, al Covid-19.

"I predatori sono bestie più o meno grandi che consumano le prede dall'esterno. I patogeni (cioè tutti gli agenti causa di malattie, virus compresi) sono per contro bestie assai piccole che le divorano da dentro." Per il ripasso, ora che da lunedì scorso anche in Sardegna sono riaperte le librerie può valere la pena acquistare una copia del libro che l'esplosione su scala globale dei contagi ha bruscamente (ri)portato d'attualità: il famoso "Spillover" di David Quammen, inviato del National Geographic. Un libro del 2012, tradotto in italiano e pubblicato nel 2014 dall'Adelphi: la frase riportata sopra si trova a pagina 21. "Spillover" si colloca nella migliore tradizione di divulgazione scientifica del mondo: quella anglosassone. Poco meno di seicento pagine che si leggono come un romanzo thriller. Si seguono le avventure di scienziati da laboratorio e scienziati che si muovono fra giungle e savane o risalgono il corso di fiumi africani, veterinari, allevatori di cavalli o ambientalisti appassionati di pipistrelli: tutte vicende reali, raccontate con piglio da grande reporter e con l'indicazione puntuale di date e luoghi. Attraverso loro si fa conoscenza con i veri protagonisti del libro. Protagonisti invisibili agli occhi: i patogeni, ovvero i virus e i loro simili (batteri, funghi, prioni e compagnia bella). È con loro che abbiamo bruscamente (ri)scoperto di dovere convivere noi occidentali che - fortunatamente - da tempo non corriamo il rischio di imbatterci in predatori "esterni".

"Come i predatori, anche i patogeni hanno le loro prede preferite, abituali bersagli dei loro attacchi. E proprio come un leone, abbandonando occasionalmente il suo normale comportamento, può uccidere una mucca anziché uno gnu, o un essere umano al posto di una zebra, anche i patogeni possono scegliere un altro bersaglio". I virus non hanno gambe, come dice un'altra frase ripetuta piuttosto spesso negli ultimi mesi: per vivere e riprodursi hanno bisogno di organismi che li ospitino: "Un roditore, magari, o un uccello, una farfalla, un pipistrello". Sono i loro "ospiti serbatoio", che hanno trovato il modo di non uccidere. Con loro i patogeni camperebbero benissimo, spiega Quammen, se non fosse che l'uomo (la cui popolazione è raddoppiata negli ultimi decenni e che dispone di una potenza tecnologica sempre crescente) tende a invadere sempre più spesso e in maniera sempre più aggressiva ecosistemi dove i virus e i loro cugini hanno vissuto indisturbati e sono proliferati. Nel mondo i patogeni sono milioni: la maggior parte vive vite ignote agli esseri umani perché i loro ospiti sono animali selvatici. Quando la sopravvivenza di un patogeno è in pericolo, avviene il "salto di specie". Se il punto di caduta del salto è l'uomo, se il patogeno scopre nell'uomo un ospite che gli offre buone possibilità di sopravvivere e riprodursi, si è in presenza di una zoonosi: una malattia che, avendo avuto origine animale, coinvolge anche l'uomo. Il momento in cui il patogeno "tracima" da una specie all'altra è indicato dal termine "spillover" che dà titolo al libro. Covid-19, lo sappiamo, è una zoonosi. Così come lo sono Ebola, la febbre del Nilo, la Sars, la dengue, l'Aids. È in questo quadro che il libro ci aiuta a inserire l'esperienza inedita di questi ultimi mesi e a collocarla nelle sue giuste proporzioni: "Spillover" ci permette di imparare a osservare il mondo dal punto di vista di questi microrganismi. Di guardare al di là dei confini della pandemia attuale, oltre Covid-19. E di scoprirci, per la prima volta, negli inediti panni della preda. O, volenti o nolenti, degli "ospiti" vulnerabili.
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