Era maggio 2019 quando l’Erc, il Consiglio europeo della ricerca, aveva reso nota la scelta di designare quale capo del prestigioso organismo comunitario lo scienziato italiano Mauro Ferrari.

Una grande soddisfazione per il nostro Paese che aveva schierato per quell'incarico una delle sue migliori intelligenze a livello mondiale nominato su una rosa di 50 personalità di fama internazionale.

Qualcosa si è inceppato e lo studioso si è dimesso da Presidente dopo appena tre mesi di lavoro.

Insediatosi il primo gennaio di un anno che sarà ricordato dalla comunità scientifica mondiale come nefasto per la tragica pandemia che ha colpito il pianeta, Ferrari ha spiegato il suo dissenso e la sua delusione in un’accorata lettera ufficiale, anticipata al Financial Times.

"Ho rassegnato le dimissioni alla presidente Ursula von der Leyen. In questi mesi ho dedicato il mio tempo all'Erc, motivato dal mio entusiasmo per la grande reputazione di questa agenzia leader a livello mondiale, dal mio impegno per il sogno idealistico di un'Europa unita".

Motivazioni, sottolinea con amarezza, "spazzate via da una realtà molto diversa, nel giro di appena tre mesi da quando ho assunto l'incarico. In tempo di emergenza le persone e le istituzioni tornano alla loro natura più profonda e rivelano il loro vero carattere".

Il nocciolo della querelle, spiega lo stesso Ferrari, è la sua proposta di istituire, come Erc, un programma speciale per combattere Covid-19.

Ma la sua proposta è stata respinta all'unanimità dall'organo di governo dell'Erc.

Un no secco che ha "profondamente deluso" Ferrari.

Chiede scusa, lo scienziato, che ora tornerà "in frontiera, in prima linea nella lotta a Covid-19, con risorse e responsabilità reali, lontano dagli uffici di Bruxelles, dove le mie capacità politiche sono chiaramente inadeguate".

E il suo lavoro sarà "al vero servizio di coloro che hanno bisogno di nuove soluzioni" che la scienza può dare.

Quanto all’accusa specifica di Ferrari sulla bocciatura della sua proposta inerente un piano speciale europeo contro il Covid-19, il Comitato ha replicato che non è "di sua competenza e che la Direzione ricerca e innovazione della Commissione Ue, a cui siamo collegati, è già molto attiva nel finanziare nuovi programmi e sostenere la ricerca attraverso i canali appropriati".

La Commissione Europea si rammarica per le dimissioni "in un momento in cui la ricerca gioca un ruolo cruciale", ringraziando lo scienziato per il lavoro svolto. Il portavoce Ue Johannes Bahrke spiega che il comitato messo in piedi da Ferrari "sceglierà un suo successore, ma nel frattempo sarà sostituito da un vice presidente. La commissione rispetterà sempre l'autonomia scientifica della Erc".

L.P.
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