In questi giorni ce lo sentiamo ripetere costantemente: per uscire dall'emergenza che stiamo vivendo ognuno deve fare la propria parte e dobbiamo tutti sentirci "giocatori" della stessa squadra. Inviti come questo dovrebbero valere non solo per le emergenze ma essere il sale della vita.

A confermarcelo non è un saggio paludato ma un libro brillante e capace di strappare più di un sorriso anche in queste ore tanto difficili. Parliamo del romanzo Space opera (21lettere, 2020, pp. 375., anche e-book) della pluripremiata scrittrice di fantascienza Catherynne M. Valente.

Diciamo subito che si tratta di un libro decisamente fuori dagli schemi e spesso spiazzante per le situazioni e i personaggi che presenta, per il continuo ricorso a giochi linguistici e i costanti riferimenti a testi musicali più o meno famosi nascosti nel testo come in un vero e proprio gioco enigmistico. Space opera necessita quindi di lettori che abbiano voglia di rischiare, che non abbiano paura di vivere un’esperienza letterariamente fuori dai canoni.

Insomma, bisogna lasciare libere le briglie della fantasia per entrare nel mondo letterario della Valente, un mondo dallo stile spumeggiante, incisivo, ricco di ironia e mai banale. Ma veniamo alla storia: in un futuro imprecisato le galassie si fermano periodicamente per un grande concorso canoro che si tiene e livello intergalattico. In questa variante spaziale del festival di Sanremo si sfidano esseri dei pianeti più lontani e diversi tra loro e in queste sfide popoli e genti trovano il modo di confrontarsi evitando la guerra. Il concorso è, infatti, un'occasione per evitare la ferocia della battaglia, per mettersi in gioco nello stesso modo con cui gli uccelli si sfidano con il canto e la danza per conquistare la femmina ambita. A questa gara interplanetaria partecipa anche il genere umano che deve però mostrare all’universo di meritarsi un’ennesima chance dopo tanta e troppa insipienza nel gestire il pianeta Terra. Per i terrestri è venuto il momento di scendere in campo, mettendo da parte rivalità e invidie, mostrando che di fronte alle avversità ci si sa unire per modificare un futuro che sembra segnato.

Al di là del discorso di fondo che è estremamente pregnante nel momento attuale e guarda direttamente all’importanza per l’uomo di salvaguardare il creato, l’ambiente, e di rispettare tutti gli esseri viventi per non vedersi poi le cose ritorcersi contro, Space opera è anche e soprattutto un romanzo di estro e invenzione, dove si respira un’ansia di libertà creativa che rimanda direttamente a un classico della fantascienza come Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams.

È, insomma, un vero e proprio tour de force inventivo e linguistico (da questo punto di vista ottimo il lavoro della traduttrice Alice Zanzottera costretta a uno slalom forsennato tra le tante invenzioni linguistiche del libro) dove vengono facilmente stravolte le nostre certezze e i nostri canoni più rigidi fino a farci ricordare una volta di più che siamo solo una piccola parte del nostro universo mentre spesso ci sentiamo il tutto. Valente ci porta realmente a fare un viaggio intergalattico attraverso non le stelle ma le differenze e le sorprese che possiamo cogliere e incontrare se riusciamo a metterci in gioco e rinunciamo alla difesa dei nostri piccoli orticelli personali, fatti di certezze.

Se ci liberiamo da queste zavorre, allora decolliamo, entriamo in orbita e siamo pronti per l’infinito.
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