Le storie dei bambini e delle loro madri vittime di violenze durante il conflitto balcanico. Le racconta la mostra "Breaking Free. Voci e storie dei bambini nati dalla guerra", realizzata dell'artista franco-siriano Sakher Almonem. Si può visitare fino al 23 marzo al Museo diocesano arborense, in collaborazione che l'ha organizzata con il Comune di Seneghe e l'Istituto d'Istruzione Superiore De Castro e con il patrocinio della Prefettura di Oristano, in occasione del Giorno della Memoria. Attualmente bambini e madri vivono in Bosnia Erzegovina una condizione di grande vulnerabilità sociale, doppiamente vittime, a causa del proprio passato, di pregiudizi e discriminazioni. Sono donne ma soprattutto bambini, dimenticati, a chiedere pari dignità e accettazione sociale.

La mostra, prodotta da Iscos Emilia-Romagna e Forgotten children of War, dopo essere stata esposta a Sarajevo, Vienna e Reggio Emilia, è arrivata in Sardegna, prima di riprendere un nuovo tour europeo.

L'opera dell'artista Sabrina Oppo, Eroma, 2015, composta da leggeri fogli bianchi di carta dattilografica con impressi, in ciascuno, il nome di una donna, la sua età, la sua causa di morte, violenta, ricorderà le vittime di ieri, di oggi e di domani.

Ajna Jusic, presidente dell'associazione Forgotten children of war, ha ricordato le conseguenze meno visibili del conflitto.

Per commemorare la Shoah, nella sala San Pio X sarà, inoltre, esposta un'opera di Mauro Staccioli, Olocausto (1962). L'opera sottolinea l'importanza della Memoria, monito per le generazioni future, affinché sia una eredità condivisa da tutti.

"Breaking Free. Voci e storie dei bambini nati dalla guerra" è una mostra ispirata alle battaglie di bambini e delle loro madri combattute in silenzio e quindi invisibili. "Le immagini vogliono portare alla luce le storie delle donne vittime di violenze e dei loro bambini nati durante il conflitto degli anni Novanta nell'ex-Jugoslavia" spiega il critico d'arte ivo serafino fenu. "A oggi, in Bosnia Erzegovina si trovano in condizioni di grande vulnerabilità sociale poiché sono vittime di pregiudizi e discriminazioni. Sono donne e soprattutto bambini dimenticati che chiedono di essere accettati come membri di eguale dignità all'interno della società. "Questa mostra ha un'importanza speciale per noi, bambini nati dalla guerra - sottolinea Ajna Jusic, la giovane attivista che da 4 anni guida l'associazione Forgotten Children of War per riconoscere i diritti dei bambini nati a causa dei conflitti - Questa è la prima volta che alcuni dei nostri membri parlano apertamente della loro storia, mostrando il loro volto dopo una vita vissuta nell'ombra e nelle discriminazioni. Allo stesso tempo, questo mostra la forza dei bambini nati a causa della guerra, che hanno deciso di affrontare la comunità e compiere un passo in avanti verso una società equa e non discriminante. Ciò che noi consideriamo davvero importante e significativo di questa mostra, è che le nostre madri, comprese le donne che sono sopravvissute agli stupri durante la guerra, parleranno ad alta voce e invieranno, insieme ai bambini nati a causa della guerra, un messaggio comune per una società di eguali valori e non una società delle discriminazioni".

Durante la guerra e nel periodo immediatamente successivo, insieme a una forte militarizzazione, sono nati i "bambini nati dalla guerra". Questi sono i bambini per i quali sarebbe stato meno probabile nascere se non ci fosse stata la guerra, in una regione nella quale i loro padri erano stati inviati per adempiere agli obblighi ufficiali o militari. Nel contesto della Bosnia Erzegovina, questa categoria include i bambini i cui padri erano soldati; membri delle forze permanenti, di mantenimento della pace, o dipendenti delle missioni umanitarie estere. Le madri sono del posto. Spesso parliamo della conseguenze della guerra in Bosnia Erzegovina, ma non sempre di una delle categorie più vulnerabili - "i bambini nati dalla guerra", che hanno sofferto di violazioni dei diritti dei minori. I risultati dei recenti reportage, le inchieste e il materiale delle Nazioni Unite, indicano che "i bambini nati dalla guerra" sono spesso disconosciuti e rifiutati dai loro padri, lasciati alle cure delle madri e/o della comunità nella quale sono nati. Questi bambini vengono cresciuti privati di un certo numero di diritti e con possibili problemi di identità, stigma, discriminazione, marginalizzazione e/o isolamento.

L'associazione "Forgotten Children of War" è stata fondata nel 2015 da diversi attivisti dei diritti umani e "bambini nati dalla guerra", della Bosnia Erzegovina.
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