I giornalisti festeggiano il loro patrono San Francesco di Sales e l'arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi sceglie proprio il 25 gennaio per un incontro con i rappresentanti delle testate giornalistiche sarde. Nella sede del seminario arcivescovile l'alto prelato, da poche settimane a capo della diocesi del capoluogo della Sardegna, ascolta con grande attenzione gli interventi che hanno animato il convegno organizzato dall'Unione stampa cattolica (Ucsi) dal titolo "Media: luogo di incontro nel racconto della verità".

Il presidente regionale dell'Ucsi Alberto Pala ha fatto gli onori di casa nella sala Benedetto XVI quindi don Giulio Madeddu, consulente ecclesiastico, ha aperto i lavori: "Siamo qui per presentare al nuovo arcivescovo le realtà della comunicazione sarda".

Il segretario regionale dell'Ucsi Alessandro Porqueddu rivolgendosi a monsignor Baturi ha parlato degli iscritti alla stampa cattolica e dell'attività dell'unione: "Lavoriamo insieme al Censis sul rapporto sulla comunicazione in Italia, l'ultimo è del 2016". Il presidente dell'Ordine dei giornalisti sardi Franco Birocchi ha sottolineato con l'86 per cento della popolazione, un dato elevatissimo, sui fatti regionali si informa attraverso i mass media locali. In Sardegna ci sono due quotidiani, L'Unione Sarda e la Nuova Sardegna, un'importante realtà televisiva privata oltre il servizio pubblico offerto dalla Rai e un panorama radiofonico tra i più attivi oltre i periodici di diocesiani. I giornalisti iscritti all'Ordine sono 1.900, 580 professionisti, 130 pensionati, 180 con un regolare contratto, gli altri precari o disoccupati. Birocchi ha concluso il suo intervento citando il prestigioso quotidiano francese Le Monde che sta puntando sulla qualità: più giornalisti, meno notizie uguale più lettori.

Il direttore de Il Portico ha parlato della stampa cattolica come complementare: "Non tutti possono stare dietro tutte le notizie e quel che non si comunica non esiste. Il giornale ha pure un notiziario sulla Chiesa di Cagliari". Il delegato regionale della Federazione stampa cattolica (Fisc) Giampaolo Atzei ha definito i giornali cattolici "presidi di democrazia e libertà nei territori" e campioni di "condivisione e collaborazione fra le varie testate". Tra i problemi si è soffermato sui tagli nei centri raccolta delle Poste di Nuoro e Oristano che costringeranno a spostare il sistema di distribuzione degli abbonamenti su Cagliari, con aggravio dei costi.

La neo presidente del Corecom Sardegna Susi Ronchi ha voluto invece dare due buone notizie: "La Sardegna è una regione che rispetta le norme poste a garanzia dell'utenza nel campo delle telecomunicazioni, ed è un'eccezione nel panorama italiano". E ancora: "Al di là dell'alto tasso di litigiosità fra cittadini e gestori telefonici, quasi tutti i contenziosi si concludono a favore dei cittadini che così riescono a ottenere i rimborsi. L'obiettivo è quello di istituire il Roc (registro operativo della comunicazione) per censire gli assetti patrimoniali e societari della stampa, studiare misure anti concentrazione e osservare la dinamica dell'intero sistema". Per chiudere, citando Socrate, ha sottolineato l'importanza del pluralismo, "perché solo lì sta la ricerca della verità".

Anna Piras, caporedattrice della sede regionale della Rai, ha ricordato come l'azienda pubblica stia continuando a bandire concorsi per l'assunzione di nuovi giornalisti: "La missione non é solo informare ma anche ascoltare le voci provenienti dal territorio, in sintonia con quanto ha dichiarato qualche tempo fa il Papa sulla polifonia sociale".

Mario Girau, collaboratore storico de La Nuova Sardegna, ha messo l'accento sul fatto che la cronaca religiosa trova spazio anche nei quotidiani laici, senza peraltro risparmiare critiche. Vito Biolchini, dell'associazione Sardegna solidale, ha illustrato i problemi del mondo del volontariato e anche su quelli dei giornalisti precari "che non sono meno liberi degli altri". Infine Franco Siddi, presidente di Confindustria radio tv, ha ricordato che in Sardegna i due quotidiani "reggono, tanto che stanno nella fascia alta delle classifiche di vendita in Italia". Oltre L'Unione e La Nuova ci sono sette emittenti televisive, 48 radiofoniche e tantissime testate periodiche che arricchiscono l'editoria regionale. Siddi ha parlato della "necessità di mass media qualificati per far recuperare al cittadino il gusto di pagare l'informazione. Ed è anche giusto e corretto che il sistema pubblico sostenga l'informazione".

Nel corso del convegno c'è stato spazio per la lunga storia de L'Unione Sarda, 130 anni, durante i quali non solo è cambiato il modo di fare informazione ma, a rileggere le tantissime pagine del giornale, si percepisce il cambiamento di un'intera società passata attraverso due guerre e cambiamenti epocali soprattutto sul fronte dei diritti.

L'arcivescovo ha ascoltato tutti gli interventi: "Ho aperto una finestra su un mondo che non conosco e che voglio conoscere, un mondo importante anche per la Chiesa che altrimenti un anno fa non avrebbe dedicato l'assemblea dei vescovi alla comunicazione. L'uomo è quello che diventa anche in relazione alle notizie che riceve: ecco perchè lo strumento in mano ai giornalisti è molto importante. Il racconto non deve sostituirsi alla verità, la narrazione onesta ha sempre un fondamento nella verità anche se deve essere comunque capace di critica".
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