L'insegnamento della lingua sarda nelle scuole è bloccato. La questione è emersa durante una seduta della seconda commissione consiliare, in cui è stato sentito in audizione Antonio Flore, operatore della lingua sarda, in rappresentanza dei lavoratori del settore che, a causa dell'entrata in vigore delle norme contenute nella legge regionale n. 22 del 3 luglio 2018 (disciplina della politica linguistica regionale), hanno interrotto l'insegnamento e l'utilizzo veicolare della lingua sarda nelle scuole in orario curricolare.

L'abrogazione della legge 26 e la mancata attuazione delle disposizioni contenute nella nuova legge 22 sulla lingua (non è costituito il comitato interistituzionale, non si è proceduto con la certificazione degli insegnanti, non è stato approvato il piano linguistico e dunque non è quantificabile il piano annuale di spesa per la lingua) - ha spiegato Flore - ha portato alla cessazione dell'insegnamento del sardo e alla inattività di circa cento operatori della lingua sarda. "Un danno non solo per i diretti interessati che hanno perduto il reddito, ma un pregiudizio grave per la cultura e la credibilità dell'insegnamento della lingua sarda nelle scuole".
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