Avrebbero usufruito di ingenti contributi pubblici per le energie rinnovabili con delle serre fotovoltaiche su terreni mai coltivati.

Grazie alle false dichiarazioni rese da periti agronomi e altri raggiri, i titolari di una società residente a Giave, controllata da un gruppo finanziario facente capo a una holding di Taiwan, si sarebbero messi in tasca circa 9 milioni di euro.

Tre le persone denunciate per truffa aggravata e falso dalla Guardia di Finanza di Sassari, a conclusione di una articolata indagine partita da alcuni accertamenti tributari e condotta sotto la guida della Procura, nella persona del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu.

Il provvedimento di sequestro è avvenuto oggi.

I sigilli hanno interessato un impianto fotovoltaico nel Comune di Giave del valore di 50 milioni di euro. Si tratta di serre in particolare, per una capacità totale di 16MW, distribuite su una superficie di oltre 31 ettari.

Attrezzature che hanno consentito ai proprietari di incassare il contributo statale relativo alla produzione di energia rinnovabili.

Secondo le fiamme gialle, gli ideatori del progetto, avrebbero utilizzato relazioni agronomiche ad hoc per ottenere le autorizzazioni necessarie a costruire le numerosissime serre fotovoltaiche, con il solo e unico scopo di guadagnare dagli aiuti, riservati per legge, a chi svolge direttamente attività agricola. In questo caso, invece, gli investitori stranieri, avrebbero lasciato i terreni incolti.
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