"Cara Unione,

scrivo per rispondere alla lettera della professoressa Masia, nonché per illustrare a chiunque non abbia capito qual è la situazione nelle aule scolastiche.

Sono uno studente al quinto anno di liceo classico, dunque vivo appieno gli stress e gli sconvolgimenti che questa situazione sta portando. Ma sono anche del parere che sia fondamentale rispettare il diritto alla salute: ogni giorno, da settembre, migliaia di ragazzi devono prendere i mezzi pubblici per recarsi a fare lezione, senza che sia garantita loro la sicurezza necessaria e il distanziamento sociale. Molto spesso in questi mezzi i passeggeri non indossano nemmeno le mascherine.

Tuttavia il problema non riguarda solamente gli autobus, ma anche le strutture scolastiche: i tanto decantati banchi singoli non sono ancora arrivati e in alcune aule ci si è arrangiati alla bell'e meglio. Azzardo a dire che dubito fortemente che la stragrande maggioranza delle aule sia in regola con le disposizioni governative e, malgrado ciò, l'obbligo di mascherina è assente (fuorché negli atri e quando ci si alza dal banco).

Altre classi invece rispettano questi requisiti solo parzialmente, garantendo un metro scarso di distanza fra gli studenti soltanto quando questi sono seduti frontalmente alla cattedra: mi pare utopico pensare che degli scolari non si girino dai propri compagni per fare due chiacchiere, ogni tanto, nei momenti di stallo fra un'ora e l'altra. Eppure quando ciò avviene, la mascherina non viene comunque indossata.

Mi reputo una persona attenta e scrupolosa nei confronti di questo virus tanto da tenere costantemente la mascherina (sia in classe sia fuori), ma la scuola è tristemente l'unico ambiente nel quale sono impossibilitato ad esserlo: se il compagno davanti a me si gira, senza indossare la mascherina, io che ci posso fare? La soluzione qual è? È chiaro che non si può passare il tempo a discutere con gli altri, che hanno comunque diritto a non mettere la mascherina in quanto l'istituto non li obbliga.

I docenti, d'altra parte, non si preoccupano in quanto sono molto più tutelati di noi, essendo in cattedra e ben distanziati da tutti.

La Sardegna sta vivendo una situazione peggiore paragonata a quella di marzo e aprile, dunque sarebbe più che sensata l'adozione di misure drastiche.

Senza dubbio la scuola è un'istituzione fondamentale, per questo occorre che si adatti ai tempi e alle difficoltà odierne, come secondo me sta già facendo egregiamente. Abbiamo la possibilità di poter svolgere le lezioni da casa, in completa sicurezza: perché rifiutare un'offerta tanto conveniente?"

Francesco - studente del liceo classico

***

Potete inviare le vostre lettere, segnalazioni e contenuti multimediali a redazioneweb@unionesarda.it specificando il vostro nome e cognome e un riferimento telefonico. Nell'oggetto dell'email chiediamo di inserire la dicitura #CaraUnione.

(La redazione si limita a dar voce ai cittadini che esprimono opinioni, denunciano disservizi o anomalie e non necessariamente ne condivide il contenuto)
© Riproduzione riservata