"Cara Unione,

se viene 'beccato' qualcuno, anche se studente, a spacciare spinelli o altro di illegale a scuola, va da sé che i rigori della legge devono seguire il loro corso. Diverso quando si tratta di consumatori.

Sono cronache quotidiane che negli istituti superiori qualcuno venga trovato a farsi una canna. Talvolta accade che qualche dirigente scolastico si metta d'accordo con le autorità di polizia, e queste intervengono all'interno, magari anche con cani addestrati, per cercare qualcosa. Quando trovano, si tratta in genere di 'fagottini' abbandonati perché i colpevoli si sono dileguati. Raro che qualcuno venga colto sul fatto: tra i fumi del tabacco che in genere appestano i bagni, l'odore di una canna è facile da individuare… ma ci sono anche le finestre che si aprono.

La vicenda che ci interessa è quando il 'cannarolo' ha un nome e cognome (è successo anche in questi giorni a Firenze) e la scuola, di conseguenza, a parte le eventuali segnalazioni all'autorità di polizia, deve decidere cosa fare per il prosieguo dell'attività didattica del fumatore.

I regolamenti prevedono ovviamente un qualche provvedimento, che può anche essere di espulsione, e in quanto tale particolarmente pesante per chi ne viene coinvolto. La risposta 'a caldo', talvolta anche da parte dei più tolleranti, sarebbe: applichiamo le regole. Giusto? Ovviamente sì.

Al di fuori della scuola, però, chi si fa una canna viene mediamente redarguito dall'autorità di polizia, se poi è recidivo possono anche mandarlo ad un qualche corso la cui utilità è tutta da dimostrare. Comunque è così.

Nella scuola, invece, vige il regolamento specifico, che se porta a sospensione o espulsione ci sembra decisamente esagerato, inutile e foriero di quello che nei concetti base del nostro ordinamento giuridico e umano prevederebbe l'espiazione della pena: rieducazione.

Qualcuno crede che un ragazzo che si fa una canna e viene scoperto a scuola, poi espulso, non si farà più le canne? Illusione. Il nostro ragazzo starà solo più attento a non farsi scoprire nei luoghi in cui fumerà lo spinello.

Qui si pone il problema se l’autorità scolastica deve essere educatrice o un semplice notaio. In questo ultimo caso (con grande gioia dei proibizionisti su tutto tranne che per quello che gli piace) la scelta è facile. Nel primo (educatrice) è apparentemente difficile, ma semplice visto che si tratterebbe, come già fa la legge del nostro Paese, di dire allo studente di non farsi le canne a scuola. Il potere di discrezione dell'educatore crediamo che possa implicare questo e altro".

Vincenzo Donvito - presidente Aduc

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