"Cara Unione,

in merito al problema delle liste di attesa nella nostra Regione segnalo la mia esperienza del 31 ottobre 2019.

Ho seri problemi di salute a livello intestinale da oltre un mese, vista la situazione, la dottoressa di famiglia mi prepara una ricetta per fare delle analisi specifiche e un’altra per prenotare la visita dallo specialista gastroenterologo, la dottoressa mi raccomanda di fare subito le analisi e di stare attenta di averle pronte per quando faccio la visita dallo specialista 'altrimenti non ha molto senso la visita'.

Faccio le analisi, alcuni referti li devo ritirare il 7 novembre, gli altri l’11, segno le date in un foglietto nel timore di sbagliarmi e accettare una prenotazione in data precedente.

Mi reco allo sportello del CUP dopo una discreta fila, consegno la ricetta rossa e chiedo se è possibile svolgere la visita al pomeriggio per non perdere la giornata di lavoro. L’impiegata con tono neutro ma gentile mi riferisce che la prima data utile per prenotare la visita al Policlinico di Monserrato è a marzo del 2020, troppo tardi rispondo data la mia urgenza, allora le chiedo un poco speranzosa se può provare al Brotzu, ma sono rimasta basita quando, sempre con lo stesso tono neutro, mi dice che la data più vicina per la prenotazione è il 7 giugno del 2021! Cerco a stento di riprendermi e le chiedo se ho davvero ben capito…...sì avevo ben capito!

Chiedo dunque se può provare a trovarmi la prima data utile, subito dopo l’11 novembre del 2019, nell’area della Città metropolitana, ma mi elenca, per i mesi tra novembre e dicembre 2019: Sassari, Nuoro, Sant’Antioco etc. mentre sento spalancarsi un baratro e ormai non l’ascolto più, trovo lo spirito di chiedere se mi trova ,dato che ci siamo, un posto all’Asinara.

Cari, carissimi politici, delegati da noi cittadini ad occuparvi della res pubblica, non è vero che ci state portando gradatamente verso la sanità privata facendo finta che così non sia, ma ci avete già costruito una rampa per lanciarci alla velocità della luce senza lasciarci scampo?

Eppure l'articolo 32 della Costituzione italiana riconosce il diritto alla salute (e dunque alla vita), e recita al primo comma: 'La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’'.

G.L.- Cagliari

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