La sua partenza al Bologna in cambio di Calabresi, è passata quasi sotto silenzio. Eppure Paolo Faragò ha lasciato un segno importante a Cagliari e nel Cagliari, per la conquista delle ultime salvezze. Uomo-spogliatoio, in rossoblù ha esordito in Serie A (22 gennaio 2017, nella sconfitta per 1-0 con la Roma all'Olimpico), patito i dolori di un lungo infortunio, ma è riuscito a farsi benvolere da una piazza fin troppo esigente, anche quando le prestazioni non sono state positive.

La carriera Al Novara, in B, dove il Cagliari lo ha pescato, era una star. Attaccante aggiunto, a giudicare dallo score: con i piemontesi ha segnato 21 gol, di cui 6 nella fase finale degli incontri. Giocava da interno alto a destra quando l'allenatore era Baroni, poi da mezzala con Boscaglia. In Piemonte, nel 2014-15, ha conquistato la promozione dalla C da protagonista. In Corea del Sud, nel 2015, ha vinto le Universiadi con la selezione azzurra. A Cagliari, nella massima serie, si è adattato a un ruolo di comprimario. E' stato chiamato in causa in quasi tutti i ruoli del centrocampo, anche se da esterno ha reso di più e meglio. Ma è un giocatore duttile al punto da essere stato impiegato - nella sua esperienza sarda - pure in difesa, come terzino destro. Paolo Faragò si è separato dall'Isola e dal Cagliari: ha accettato di andare in Emilia. Fermo per infortunio - sta recuperando dopo una contusione alla coscia sinistra - non ha ancora esordito con il Bologna. Nella prima parte del torneo vanta 8 presenze: 367 i minuti in campo, due tiri in porta, 21 duelli vinti su 44 in stagione con la maglia rossoblù con i quattro mori al petto. In quattro campionati all'Arena, ha totalizzato 4 gol (5 compreso quello in Coppa Italia) e 8 assist in Serie A, in 99 match (105 comprese le gare di Coppa) e 6.189 minuti. È partito con le lacrime agli occhi e ha rivolto alla città una toccante lettera di saluti affidata ai social: "Quattro anni, mille ricordi, infinite emozioni. Ora è arrivato il momento dei saluti e posso dire di non sentirmi triste, ma tanto fortunato. Mi sento fortunato perché ho ricevuto l'affetto di un popolo unico. Ho avuto il privilegio di conoscere ogni angolo di una terra baciata da Dio. Mi sento fortunato perché ho trovato amici veri, sia nello spogliatoio sia fuori, amici che sono diventati una seconda famiglia. Mi sento fortunato perché ho vestito una maglia gloriosa e quando l'ho fatto ho dato tutto me stesso. Non so se sarà un addio, ma so che quando avrò nostalgia potrò scavare in un angolo di cuore dove custodisco le cose più preziose. Ciao Cagliari, ciao Sardegna. Per sempre grato, Paolo".

Il legame con l'Isola In effetti Faragò è da subito rimasto abbagliato dalla Sardegna, che ha girato in lungo e in largo: "In Barbagia mi sono trovato alla grande", dichiarò a Radiolina qualche tempo fa. "Ho ammirato i paesaggi del Supramonte e scoperto la bontà del cibo. Naturalmente, in estate ho fatto tappa nelle principali spiagge: sono partito da Carloforte e Porto Pino per poi dirigermi ad Alghero, Stintino e verso altre mete tra cui, non ultima, Villasimius". A Bologna è andato in prestito con diritto di riscatto, dopo che a Cagliari si è distinto per l'attaccamento alla maglia, per la grinta e anche per prestazioni discontinue. Ma è sempre stato tra gli ultimi a mollare.
© Riproduzione riservata