Il canto li ha fatti conoscere, l'arte li ha messi d'accordo. Il resto lo hanno fatto la grande sensibilità di entrambi, l'ispirazione dalla quale, entrambi, amano farsi sedurre. E una simbiosi mutualistica che ha fatto di Virginia Brescia e Roberto Cau un'anima sola davanti a un disegno e un pezzo di vetro da tagliare, modellare e rendere sostanza. Sostanza, espressione artistica. Messaggi forti. Lei, 42 anni, padre napoletano e madre di Osini, lui 52, culla a Lanusei, sopravvissuto nell'aprile dello scorso anno a un terribile incidente sul lavoro, si sono incontrati in un coro polifonico, hanno capito che un loro connubio artistico non avrebbe rappresentato una fusione a freddo ma una piacevolissima sintesi. Così è nato "B&C".

"B&C - racconta Virginia Brescia - funziona perché Roberto e io siamo due anime complementari, due persone che ci assomigliamo a livello di sensibilità, un pizzichino anche caratterialmente, anche se lui è più posato, sebbene resti un compagno di lavoro molto divertente. Io sono la più sfacciata, provocatrice, sono quella che gioca, che scherza. Una cosa ci accomuna. La passione per quello che facciamo. Siamo sulla stessa frequenza quando dobbiamo realizzare qualcosa. Uno ha un'idea e l'altro la completa". La creatività di entrambi affluisce nello stesso progetto, gli dà corpo, accomuna i due artisti. "Talvolta raccontiamo esperienze vissute in modo personale. Il binomio nacque cinque anni fa, per caso. Ci conoscevamo da molti anni prima. Condividiamo la stessa passione per il canto, nel coro della cattedrale di Lanusei diretto da Tonino Loddo. Uscendo dalle prove vidi una maniglietta di vetro dentro l'auto. Cominciai a fare delle domande, incuriosita". Intuì che Roberto poteva essere la persona con cui tradurre in realtà le sue aspirazioni professionali.

Parla Virginia Brescia, Roberto Cau annuisce, ma è come se parlassero entrambi. "Artista di riciclo, sono appassionata ai materiali di scarto, amo ridare dignità alle cose. Il mio desiderio era trovare il materiale che mi rappresentasse e spiccare il cosiddetto volo. Roberto invece sognava di lavorare in proprio, realizzando arte col vetro. Da questa maniglietta è partito tutto, con una visita nella vetreria. Abbiamo iniziato a frequentare il laboratorio il sabato e la domenica. Inizialmente le opere erano frutto delle idee di entrambi, ma venivano realizzate da Roberto che aveva l'esperienza del materiale. Ero incantata dalla sua maestria, dalla genialità con cui sapeva rendere i miei disegni. Ma pensavo che forse non ce l'avrei mai fatta. Roberto è intervenuto e mi ha fatto capire che non tutto si poteva fare con il vetro. Inizialmente collaboravano due teste, una designer e un artista del vetro. Poi ho voluto imparare, testarda e piena di passione, e Roberto mi ha insegnato il taglio. Con grande stupore in pochissimi mesi sono diventata anch'io una artista del vetro". La musa ispiratrice di Virginia Brescia e Roberto Cau è la femminilità. "Rappresentiamo le donne, principalmente la donna sarda. Una donna diversa che non si veste di tradizione ma si ispira leggermente alla tradizione. La osserviamo di persona alle varie manifestazioni. Le nostre donne sono sculture di vetro che hanno una base alta novanta, sessanta o trenta centimetri, rinchiuse nelle teche di vetro che le preservano sia dagli agenti atmosferici sia dalle mani incaute. I tessuti che indossano sono molto delicati, talvolta lini bianchi delle più importanti aziende sul mercato, per cui rischiano di rovinarsi". Donna moderna, "con una testa tra l'antico e il moderno, una figura che si evolve col tempo, una donna forte, che conserva l'orgoglio tipico della donna sarda, la forza, il coraggio delle donne moderne ma allo stesso tempo sensualità, femminilità. Questa donna si mostra sotto i suoi aspetti. Non mostra solo le caviglie come le donne del passato. Sa essere madre, essere una donna in carriera ma nello stesso tempo legata all'antico, al suo passato". Ecco allora un Nudo di Donna, "che vuol celebrare la sensualità femminile e allo stesso tempo dare risalto ad una qualità incredibile del vetro, la trasparenza. Oppure lei, la Donna sarda, nello splendido scenario di Osini vecchio, che veste un ricamo realizzato a mano, da una signora di Orosei, che ce lo donò". Nei due artisti, artefici di un'esperienza avvincente, batte forte anche il cuore. "Il presepe che donammo alla cattedrale anni fa, interamente realizzato in vetro bianco e specchio, è ispirato alla storia vera di una mia amica che morì di tumore e sua figlia con lei". Si chiama L'Amore è la spiegazione di tutto. Da una frase celebre di Papa Karol. Io la reputo una storia d'amore bellissima, la madre che pur di salvare una figlia con un destino già scritto, fa di tutto, compreso vendere tutto ciò che ha, affidandosi al suo amore di madre. gesti che per tutti sono folli, ma l'amore spiega la follia.." "Io penso che le storie d'amore siano tutte bellissime. Altrimenti non potrebbero definirsi storie d'amore.

La bambina non aveva possibilità di salvarsi, ma sua madre ci ha creduto fino in fondo. Ora le penso insieme in paradiso. Lei non voleva che sua figlia fosse dimenticata, per questo io e Roberto abbiamo realizzato quest'opera, per realizzare un suo sogno. L'autenticità solidale dei due artisti si concretizza in molteplici occasioni. A Olzai donammo una Donna Sarda, vestita di velluti e ricami di Samugheo, per ringraziare l'Associazione che ospitava un nostro concerto".

Non solo sculture in vetro, "B&C" si esprimono anche nei murales. Realizziamo veri e propri quadri col vetro. Applicato al muro diventa un vero e proprio quadro, che cambia colore con il giorno e con la notte. Diverso, perché ti ci puoi specchiare. Virginia Brescia tiene a sottolineare che è facile lavorare con un uomo "quando un uomo ti assomiglia. Abbiamo la stessa educazione, esperienze di vita e artistiche che ci accomunano, il canto e la poesia. Il carattere di Roberto aiuta. È un amico speciale, un artista straordinario. Una cosa che ci unisce è la necessità di fare del bene. Aste per beneficenza e donazioni, alcune opere sono nelle case famiglia. Per noi l'arte non è una questione economica ma di passione. Spesso diamo un valore irrisorio alle nostre creazioni, perché ciò che ti viene da dentro non ha prezzo. Noi siamo felici quando vediamo la felicità delle persone che si portano a casa le nostre opere. Ci gratifica arrivare al cuore delle persone suscitando emozioni intime. Questo nostro lavoro insieme ci ha dato subito frutti straordinari. La possibilità di girare angoli della Sardegna. Le nostre opere sono presenti a Londra, negli Stati Uniti, in Australia e in Germania". Nella percezione collettiva avvicinarsi all'arte sarebbe un costo. "Lo scoglio è proprio il presunto costo dell'arte. Pensano che le nostre opere costino chissà quanto. L'arte è difficile da proprorre. Abbiamo desiderato di realizzare qualcosa per Osini e Lanusei, due opere che si chiamano identità". Messaggio che stimolava a reagire all'isolamento e alla diaspora cui sono soggetti i centri di montagna. "Fortunatamente i rispettivi sindaci, Davide Burchi e Tito Loi, le hanno accolte, presentate ai Consigli comunali con molto interesse. Altri le tue opere non le vogliono neanche se le offri gratuitamente. L'arte purtroppo interessa pochi non tanti. Invece può davvero mettere le ali a comunità come le nostre. Vien facile l'esempio di Ulassai, con le opere di Maria Lai che hanno fatto diventare il paese un gioiello". Segno che investire in arte non è sbagliato.
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