Villacidrese nei piani alti della Serie D; Olbia, Tavolara e Tempio salvi senza grandi apprensioni; Arbus all’ultimo respiro per conservare la categoria; Selargius retrocesso in Eccellenza. Questi i verdetti della stagione 2000-2001 per le sei squadre sarde impegnate nel campionato nazionale di serie D. Un’annata che vede  l’attaccante del Selargius Piludu andare a segno 15 volte e quello dell’Olbia, Rassu, 14: sono loro i migliori realizzatori tra le formazioni isolane impegnate in un girone, il “G”, con le squadre campane. Un accostamento che alla fine ha portato troppi problemi: incursioni in campo, risse sul terreno di gioco e sugli spalti, partite disputate a porte chiuse. Tanto da far dire, a bocce ferme, al presidente della lega di serie D, William Punghellini: «Nella maniera più assoluta, mai più la Sardegna sarà abbinata alla Campania».

La protagonista

Ancora una volta, per il secondo anno consecutivo, è la Villacidrese allenata da Bernardo Mereu, a recitare un ruolo da protagonista tra le sarde, inseguendo per un po’ anche il sogno di lottare per la serie C2. Quinto posto finale (come la stagione 1999-2000) e 51 punti, nuovo record. Senza un vero capocannoniere, sono stati diversi i giocatori andati in gol: Manunza (9 reti), Fadda e Atzei (7), Cirina (5), Illario e Mele (4), Rallo ed Hervatin (3), Porcu (2). Chiudere dietro la corazzata Palmese (68 punti per volare in C2) e alle spalle di Virtus Unitis, Terzigno e Casertana, alla fine è un risultato di grande importanza. «Sono felicissimo», le parole alla fine della stagione di Bernardo Mereu. «La forza della Villacidrese, società non ricca ma piena di grandi professionisti, sono sempre stati il gruppo, la solidarietà e l’aiuto, l’impegno di tutti». Ed è proprio un giocatore della Villacidrese a essere scelto come il migliore tra quelli delle squadre sarde dagli allenatori delle sei “sorelle” isolane nel referendum portato avanti da L’Unione Sarda: Nicola Manunza, 22 anni, esterno di centrocampo e frutto del settore giovanile del Cagliari.

Pierpaolo Piras, attaccante dell'Arbus
Pierpaolo Piras, attaccante dell'Arbus
Pierpaolo Piras, attaccante dell'Arbus

Nove gol, grande tecnica e tanta corsa.

La grande salvezza

Chi soffre fino all’ultimo minuto, centrando però una salvezza che vale una promozione è l’Arbus: decisiva la vittoria 1-0 in casa della Scafatese nel turno conclusivo di una stagione difficile. La rete di Mileddu, al 26esimo del secondo tempo, spezza la tensione e dà il via alla festa di un intero paese.

Pulina del Tempio
Pulina del Tempio
Pulina del Tempio

«È un risultato che ci ripaga di tutto. I ragazzi hanno dimostrato soprattutto nel periodo più nero l’attaccamento alla maglia. Ma voglio ringraziare soprattutto il pubblico che ci ha seguito sempre con affetto. È stato determinante». Così il presidente dell’Arbus, Moreno Fosci, a salvezza conquistata. Ha dovuto prendere delle decisioni non facili, come quella di mandare via l’allenatore Beppe Martinez, affidando la squadra a Gianluca Boi, nel doppio ruolo di allenatore e giocatore, insieme agli altri senatori. «In sette giornate si è creato un gruppo unito e siamo riusciti a raggiungere la salvezza», commenta Boi.

Felici gli altri “big” della squadra, da Pierpaolo Piras a Mauro Tiddia, da Oscar Erriu al portiere Andrea Capitta, e ancora Sogus e Mileddu.   

La retrocessione

Stagione da dimenticare per il Selargius, unica tra le sarde a retrocedere con diverse giornate d’anticipo dalla fine. Amarezza nelle parole del presidente Antonello Carta: «Vogliamo tornare subito in serie D. Confermeremo questa intelaiatura che dà garanzie basandoci sul settore giovanile».

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Tanti errori commessi durante la stagione, il cambio di allenatore e l’arrivo di Gabriele Rendina che non è servito a invertire la rotta. «Se fossi arrivato prima», il parere del tecnico dopo l’ultima gara di campionato, «ci saremmo potuti salvare».

Le altre

Per le altre squadre isolane un campionato più o meno tranquillo e una salvezza senza patemi. Così per Olbia, Tavolara e Tempio. I “bianchi” hanno pagato un finale di torneo con due punti in cinque patite, prima delle due vittorie consecutive finali: con qualche punto in più avrebbe potuto contendere alla Villacidrese il titolo di migliore tra le sarde. Il Tavolara chiude a 44 punti, uno in meno dell’Olbia. Appena più giù il Tempio: salvo ma non contento per un campionato anonimo.

Manunza, miglior giocatore delle squadre sarde
Manunza, miglior giocatore delle squadre sarde
Manunza, miglior giocatore delle squadre sarde

«Considerate le difficoltà del Tempio dopo la retrocessione dell’anno precedente, non potevamo fare molto di più», spiega l’allenatore Gianni Addis.

Le difficoltà

La stagione 2000-2001 va in archivio come particolarmente complicata per la convivenza tra squadre sarde e campane. Soprattutto quando si è giocato in Campania. Arbitri e avversari assediati negli spogliatoi, minacce, tensione, risse, partite giocate a porte chiuse per problemi di ordine pubblico e gare rinviate dal prefetto.

La salvezza dell'Arbus
La salvezza dell'Arbus
La salvezza dell'Arbus

«Nessuna criminalizzazione di una Regione, è stato più volte ripetuto, ma alcune società, alcuni gruppi di tifosi e alcuni dirigenti hanno creato gravi problemi», sottolinea in un’intervista a L’Unione Sarda il presidente della lega di serie D. E così, le formazioni sarde l’anno dopo si troveranno in uno dei gironi con le formazioni lombarde.

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