Invasi dai turisti ma non dalle richieste di assunzione da parte del personale, al punto che in Sardegna ci sono hotel e ristoranti chiusi perché non si trova chi possa lavorare per l’azienda. Ovviamente, in una situazione come questa, non poteva che esserci un “boom” di visitatori che nessuno, neanche gli imprenditori turistici con gli occhiali rosa dell’ottimismo sempre posati sul naso, poteva prevedere.

Ora, per quanto non indicativo con precisione, arriva qualche dato sulle preferenze dei turisti italiani ed europei che, malgrado i costi fuori controllo per raggiungere la Sardegna (aerei, traghetti e pure gli autonoleggi sono ormai roba da ricchi), premiano l’Isola in questa “ripresona” post Covid. Che, poi, tanto “post” non è visto l’alto numero di contagi che si registra ogni giorno, ma ormai per decreto il virus SarsCoV-2 non fa più paura – ed è vero soltanto per i vaccinati con tre dosi, visto che si continua a morire e di solito a farlo è chi non ha completato o nemmeno iniziato il ciclo vaccinale -, quindi tutti vanno ovunque e i turismo è riesploso.

Uno dei tanti motori di ricerca utilizzato dai vacanzieri è www.jetcost.it, un’organizzazione che ha raccolto i dati delle prenotazioni e stilato le classifiche. Ne viene fuori, da questa ricerca sulle richieste dei voli per tutto il mese di agosto, che moltissimi italiani ed europei hanno scelto la Sardegna per le loro vacanze estive. Se cercavano il caldo e il mare, considerati i continui anticicloni africani che arroventano e riempiono di umidità l’aria nell’Isola, stanno andando nel posto giusto.

Che cosa viene fuori, da questa ricerca di Jetcost? Che Cagliari è la quinta città più richiesta dai viaggiatori portoghesi, al settimo posto nella classifica delle preferenze dei francesi, all’ottavo degli spagnoli, all’undicesimo dei tedeschi e al dodicesimo degli olandesi. Con un’avvertenza: Cagliari è intesa come aeroporto (che, peraltro, in realtà è a Elmas), ma queste rilevazioni significano non che i turisti sono in città, ma nelle coste del sud Sardegna.

Anche Olbia non se la cava per niente male. È la nona destinazione nella classifica delle preferenze dei tedeschi e dei francesi, la decima per i portoghesi, la quattordicesima per spagnoli e olandesi e la quindicesima per i britannici. E poi c’è Sassari/Alghero, undicesima opzione per i turisti portoghesi e dodicesima per gli spagnoli.

Per curiosità, possiamo dare uno sguardo al podio delle preferenze dei turisti europei per agosto. Ne viene fuori che le destinazioni più amate dai tedeschi (secondo i dati di www.jetcost.it) sono Catania, Roma e Napoli, per il britannici Milano, Roma e Napoli, per i francesi Roma, Palermo e Milano, per gli spagnoli Roma, Milano e Venezia, per gli olandesi Roma, Milano e Verona, per i portoghesi Roma, Milano e Venezia.

Che il Covid faccia assai meno paura ai turisti diretti in Italia, lo testimonia anche il volume delle ricerche di voli sul portale che ha pubblicato i dati. Le ricerche di collegamenti aerei sono aumentate del 250%, quelle degli hotel del 330%: tutto questo, nei primi sette mesi del 2022, e il raffronto è con lo stesso periodo dell’anno precedente.

Nel turismo europeo, le destinazioni italiane hanno un successo sempre crescente. Lo si può affermare facendo un raffronto dei dati del 2019, quando il Covid nessuno sapeva che cosa fosse, con quelli di quest’anno. Ebbene, le ricerche sul portale, per le vacanze d’agosto, sono già superiori del 30% rispetto a quelle registrate nello stesso mese del 2019.

Perché agli europei piace molto l’Italia, per le vacanze del mese più estivo che c’è? Secondo gli osservatori di Jetcost.it, il Belpaese prende quota per la combinazione tra clima quasi sempre soleggiato, le tante spiagge a disposizione, il patrimonio culturale ricchissimo che consente di fare turismo non soltanto stesi su un lettino in riva al mare, le tradizioni e le feste popolari (un particolare importante anche in Sardegna) e, ovviamente, la ricchissima offerta gastronomica.

Certo, influiscono su questo boom turistico generale, e italiano in particolare visti i dati, anche le rinunce dei due anni precedenti, quando il Covid ha indotto molti potenziali turisti a restare a casa o nei dintorni, per paura dei contagi. È stato così particolarmente quando ancora non esistevano i vaccini, che salvano dalla morte e dalla malattia grave, quindi ora il virus SarsCoV-2 non terrorizza più. Il pericolo di ammalarsi scoraggia ancora per gli spostamenti intercontinentali, osservano i tour operator: d’altra parte, meglio contrarre il virus in Europa, considerato che la nostra tessera sanitaria dà diritto all’assistenza medica in tutta L’Unione europea, che negli Stati Uniti, dove un infermiere che pratica un’iniezione ha un costo esorbitante per chi non è un cittadino americano dotato di una buona assicurazione sanitaria. Molti dunque preferiscono rimanere “a casa”, cioè nell’Ue.

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