Graffiti e parole sui muri di Bitti guidano alla scoperta del pensiero di Michelangelo Pira. Il cuore del percorso è la casa natale, piccola e modesta, nascosta tra le viuzze del centro storico, la stessa attorno a cui ruota la sua infanzia e la narrazione del libro autobiografico Isalle. L'intellettuale di Bitti ha lasciato un'eredità tanto illuminata da parlare con autorevolezza anche al mondo d'oggi: basta scorrere le pagine dell'opera "La rivolta dell'oggetto" sul conflitto tra i codici e la scuola propria, ovvero dello Stato, e impropria, quella dell'ovile, oppure "Il villaggio elettronico" che in tempi lontani ha anticipato il mondo digitale o, ancora, "Sos Sinnos" e "Sardegna tra due lingue". Non importa se dalla sua morte siano passati quarant'anni. Pira, nato a Bitti nel 1928, aveva poco più di 50 anni quando morì all'improvviso nella sua casa di Capitana, a Quartu, nel 1980. Per il paese d'origine è rimasto sempre Mialinu, il nome che aveva da piccolo, a sottolineare la familiarità della comunità con l'intellettuale che col fascino del suo pensiero riesce a farsi largo anche tra le nuove generazioni. La sua casa, più volte, è diventata palcoscenico di rappresentazioni teatrali dove i giovani hanno dato voce al pensiero di Pira.

A lui Bitti ha intitolato il liceo scientifico, un gruppo di canto a tenore si fregia del suo nome portandolo da tempo in giro per il mondo. E qui, in 22 tappe, si possono seguire le tracce del suo pensiero cogliendo le parole incise sulle pareti delle case. Il percorso letterario, meglio "sa caminera literaria", è l'omaggio voluto dall'associazione culturale Sinnos, nome anche questo ispirato a un'altra opera fondamentale dello scrittore-giornalista. Nel 2018, per ricordare i 90 anni dalla nascita, col sostegno dell'amministrazione comunale, ha pensato di dare visibilità alle parole di Pira: attinte dalle pagine dei libri sono finite tra i muri delle case, della scuola, della chiesa, della strada principale. Ora, in coincidenza con i 40 anni dalla scomparsa, l'associazione punta ad ampliare il percorso con altri graffiti che porteranno il pensiero di Pira fino al santuario della Madonna del Miracolo.

Ogni ultimo sabato del mese, compatibilmente con l'emergenza Covid e le norme per arginarla - annuncia l'associazione Sinnos - sarà proposta una visita guidata tra strade e case e "sa caminera literaria" potrebbe animarsi dei volti e delle curiosità di nuovi visitatori. Non saranno i primi perché sulle tracce dello scrittore l'associazione ne ha già accompagnato centinaia tra sardi, studenti e turisti giunti dalla Penisola e anche dall'estero. "Quello che abbiamo potuto osservare è il chiaro sentimento di rispetto e stima che i bittesi, i sardi e non solo, hanno nei confronti di questo intellettuale - spiega Diego Asproni, presidente dell'associazione Sinnos -. Abbiamo notato che Michelangelo Pira è un modello per gli abitanti di Bitti e per tutti quelli che hanno conosciuto il suo lavoro. La sua figura, la sua forte volontà di migliorarsi e di migliorare nonostante le difficoltà, viene vista come esempio di riscatto per molte famiglie".

Il romanzo Isalle, come l'autore ha ribattezzato il paese natale, racconta fatiche e tappe del percorso umano di Michelangelo Pira, a partire dall'infanzia, segnata dalla morte prematura della madre, e dal mondo pastorale in cui è cresciuto tra Bitti e Oschiri dove la famiglia si era trasferita alla ricerca di pascoli migliori. Il libro, pubblicato postumo nel 1996, era stato presentato al premio Grazia Deledda di Nuoro nel 1960. L'autore allora gli aveva dato un altro titolo: La legna cattiva. Tre parole per una metafora di vita che rimanda alle origini, nobilitate dal riscatto sociale raggiunto grazie agli studi e alla forza dirompente della sua intelligenza. Lui, giornalista, scrittore, docente di antropologia culturale all'università di Cagliari, protagonista del dibattito nell'Isola degli anni Sessanta e Settanta sulla lingua sarda, sul banditismo, sulla conflittualità tra la cultura locale e la scuola ufficiale, è figura che da tempo mette in moto varie iniziative.

Accanto a laboratori e spettacoli teatrali, nel 2010 un percorso letterario nel sentiero che porta alla chiesetta campestre di Sant'Elia, sempre a Bitti. "Valorizzando questa esperienza abbiamo organizzato un percorso di scrittura in lingua sarda e italiana sui temi cari allo scrittore. Abbiamo scelto 22 frasi capaci di descrivere il mondo e la poetica dell'autore sulla famiglia, il vicinato, i giochi e la scuola, l'educazione, l'apprendistato e il lavoro dei campi, la guerra, le feste", spiega Asproni. Dal corso Vittorio Veneto al museo, dalla casa natale verso la scuola, la chiesa e il vicinato di Cadone, rione popolare della Isalle di sotto: quattro percorsi dove cogliere il ricordo della madre, i consigli del padre, le corse sfrenate con il carrettino e tanto altro. Basta fissare lo sguardo sui graffiti. "Te lo devi lavorare però il tuo pane come ce lo lavoriamo noi come se lo lavora il contadino. Ti sembrerà anche più buono se te lo sarai lavorato così". Oppure: "Sas manos sono sas primas e sas urtimas paraulas". Messaggi che parlano in ogni tempo.
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